Prosecco.it — Conegliano Valdobbiadene DOCG

Storie  

Tra acque e mulini

La Via dell’Acqua, una splendida passeggiata immersi tra il verde, tra fontane, torrenti, cascate e antichi mulini
_A0A6781

Di Vanessa Val

La Via dell’Acqua è un particolare percorso storico naturalistico di 2,5 chilometri che, partendo da Cison di Valmarino, si snoda attraverso la valle del torrente Rujo sino al Bosco delle Penne Mozze. Si tratta di un tracciato capace, ad ogni angolo, di stupire anche il più esigente dei visitatori: racchiude in sé il valore della storia e la bellezza della natura. Il percorso ricostruisce quella che era, fino all’inizio del secolo scorso, la realtà artigianale di Cison, legata a doppio con lo sfruttamento delle sue acque: si potranno così vedere vecchi lavatoi ricostruiti, fontane, canalette con le diverse chiuse e antichi mulini.

Il percorso inizia dalla bella Piazza Roma di Cison di Valmarino e risale la valle del torrente Rujo. All’altezza del Ponte dei Sassi, che dovrete attraversare, troverete il primo cartello che, inequivocabilmente, segna l’inizio della passeggiata. Gli stessi segnali vi accompagneranno lungo tutto il percorso ad anello indicandovi la strada giusta. Avete due possibilità, una più facile e poco impegnativa (percorso giallo) e una media e più impegnativa (percorso blu). Fino al Bosco delle Penne Mozze il sentiero è il medesimo per entrambe le opzioni, poi si deve compiere la scelta. Quello che troverete descritto qui è il percorso giallo, cioè il più facile.

La passeggiata presenta alcune diramazioni ed è possibile arrivare fino al Bosco delle Penne Mozze. In breve, siamo al ponte di pietra (con una magnifica casa in stile) che attraversiamo per giungere in Via Serenissima (a sinistra) e iniziare la Via dei Mulini. Continuiamo lungo la strada asfaltata, passiamo accanto alla casa dell’Associazione “la Via dei Mulini”, e poco più un la ecco la mappa del percorso con la prima fontanella. Procediamo lungo la strada asfaltata che poi diventa lastricata, seguiamo i cartelli di “Camminando per volare” che saranno molto utili per guidare i nostri passi. Giunti a una curva a gomito, giriamo a sinistra abbandonando il lastricato per lo sterrato che quasi subito si reimmette in una via di paese.

Superato il mulino inizia un po’ di salitella tra le rocce umide, e raggiunta una scultura di un corpo di donna andiamo a sinistra seguendo le indicazioni. Camminiamo in piano lungo una via ben battuta con dell’acqua che scorre lungo una canaletta. Tra la vegetazione ecco farsi spazio degli scenari stupendi con acqua che scorre e le cascate del Pissol. Arriviamo ad un ponte di legno con ai lati delle sculture simili a un totem. Superiamo queste cascatelle camminando lungo delle passerelle di legno, sempre ben protetti con i loro corrimano.

Il percorso diventa piano, con leggere salite, alcuni ponticelli da passare e alcuni tratti tra le rocce. Superiamo un altro ponte di legno e arriviamo nei pressi di un imponente albero, la cui metà è stata abbattuta forse dal vento o forse da un fulmine. La ramificazione delle sue radici è davvero impressionante.

Andiamo avanti lungo il sottobosco e arriviamo in un grande prato, a sinistra un ponte con una sbarra di ferro mentre più in su un parcheggio e il Bosco delle Penne Mozze, un suggestivo memoriale creato per ricordare tutti gli alpini della provincia di Treviso caduti in guerra. Siamo al giro di boa, facciamo una breve pausa e poi si deve seguire brevemente la strada asfaltata che torna verso Cison di Valmarino, per poi rientrare nel bosco in prossimità della solita segnaletica (ricordate di seguire il colore giallo adesso). Ignorate le varie diramazioni che portano a S. Gaetano e che potrebbero confondervi le idee lungo il cammino. In alcuni tratti si ha l’impressione di perdersi perché la traccia si confonde sull’erba e perché a qualche palo in metallo manca il segnavia, ma basta prestare un po’ d’attenzione e seguire la stessa direzione della strada statale (più in basso a sinistra e a tratti visibile). Ad un certo punto si incrocia nuovamente la strada asfaltata che va seguita per un breve tratto fino alla Baita alle Grotte. Anche qui ci sono dei tavoli con panche in esterno. Per proseguire potete scegliere di percorrere la strada asfaltata fino al parcheggio oppure rientrare nel bosco seguendo i cartelli posti sul lato opposto della strada rispetto alla Baita.

Foto di Joe Murador.

[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Primavera Estate 2024. L’intero numero è disponibile qui]