Prosecco.it — Conegliano Valdobbiadene DOCG

Un orto del pane

La scelta biologica della famiglia Dal Piccol
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Di Marina Grasso

Le aiuole allineate suscitano inevitabilmente curiosità. Ma ancor più curioso è il cartello L’Orto del Pane che descrive le piccole coltivazioni di cereali antichi di Franco Dal Piccol e di suo figlio Andro. Loro lo sanno benissimo che il pane non cresce nell’orto: lo creano ogni giorno proprio lì di fronte, nella loro Aries Pasteria, laboratorio artigianale che dal 1985 sforna pane, biscotti, pizze e dolci utilizzando solo materia prima da agricoltura biologica certificata e pasta madre.

È una storia che nasce più di quarant’anni fa, quella che ha dato vita alle inattese aiuole dell’orto del pane nel cuore di Vidor, circondata dai vigneti e dalle cantine del Conegliano Valdobbiadene DOCG. Perché Franco Dal Piccol ha cominciato ad intrecciare la sua passione per l’arte bianca con la dedizione all’agricoltura e all’alimentazione biologica fin da tempi in cui la sensibilità per le connessioni tra la salute del pianeta e le modalità di produzione del cibo non era molto diffusa.

Negli anni Settanta ero un giovane operaio tornitore ma sentivo sempre più l’esigenza di un’alimentazione più naturale e di sensibilizzare i coltivatori del mio territorio all’agricoltura biologica, informandomi frequentando corsi e luoghi dove quella stessa sensibilità che, allora, cominciava appena a strutturarsi in pochi centri e negozi dedicati alla macrobiotica. Così fondai un’associazione culturale che di fatto divenne il primo negozio di prodotti biologici della zona: aveva sede nel salotto di casa mia, dove scambiavamo i prodotti che, zaino in spalla, portavo dai seminari che frequentavo durante il week end in varie parti d’Italia, e soprattutto a Bologna”.

La passione di Franco e la sensibilità degli abitanti di Vidor e zone limitrofe si trasformò ben presto in un movimento sempre più numeroso e appassionato di consuma – tori sempre più attenti ed esigenti, che lo spinse verso la creazione di prodotti da forno biologici. “Andai a bottega da vecchi fornai veneti per apprendere le loro ricette e tra – dizioni e durante l’estate continuavo la mia formazione: andai a lavorare in Francia e anche in Germania. Furono anni pionieristici magnifici, e non solo perché assecondavo la mia voglia di apprendere, di nutrirmi secondo natura o perché ho trasformato – alternando a lungo il lavoro al tornio alla ricerca nel mondo del biologico – la mia passione in una professione entusiasmante. Ma perché vedevo crescere la consapevolezza della necessità di un’alimentazione sempre più rispettosa di noi stessi e della Terra in tante persone che, ancora oggi, scelgono i miei prodotti da forno perché ne conoscono le caratteristiche e i princìpi”.

Negli anni, l’impegno di Franco si è via via trasformato in Aries Pasteria: un’azienda che si sviluppa su 1200 metri quadrati suddivisi tra laboratorio e magazzini, ma anche una grande realtà che è rimasta artigianale e dove l’attenzione per le materie prime e per i processi sostenibili non è mai diminuita. Lo testimoniano non solo l’elevata qualità degli ingredienti biologici impiegati, ma anche i pannelli solari e l’impianto di recupero del calore delle canne fumarie dei forni, che alimenta così l’impianto di riscaldamento e la fornitura di acqua calda.

E lo racconta anche quell’Orto del Pane all’ingresso del punto vendita aziendale: “Lo abbiamo voluto creare – spiega ancora Franco – perché spesso le scuole locali chiedevano di poter effettuare una visita al laboratorio, e ci sembrava opportuno spiegare ai giovanissimi l’intero processo, dalle piante di cereali alle farine e agli impasti. E poiché già da molti anni sia io che mio figlio ci siamo dedicati alla ricerca di cereali cosiddetti “antichi”, anche se molto antichi non sono, ma che sono stati soppiantati da ibridi più redditizi. Grazie all’idea dello storico della gastronomia e dell’alimentazione Danilo Gasparini e alla regia di Riccardo Gasparini, sono stati coinvolti agronomi, istituti agrari e Università per recuperare anche sementi più particolari, che due volte l’anno seminiamo in momenti che diventano di festa. Sono cereali dai nomi spesso quasi sconosciuti, come il Piave, il Verna, il San Pastore, il Gentil Rosso, il Grano del Miracolo e altri ancora, che assieme ai più noti Senatore Cappelli e Farro Monococco creano uno straordinario giardino multicolore e multiforme. Si tratta di pochissime piante con le quali mai potremo sostenere una reale produzione di prodotti, ma grazie alle quali possiamo continuare a dimostrare l’importanza e la bellezza della biodiversità, dell’agricoltura biologica, del rispetto per le persone e per l’ambiente”.

 

Photo credits: Francisco Marques

[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Primavera Estate 2023. L’intero numero è disponibile qui]