Prosecco.it — Conegliano Valdobbiadene DOCG

Storie  

Quando la cantina diventa un resort

Alcuni esempi di cantine che offrono ai propri clienti ed ai turisti un servizio di ospitalità
Alice Relais nelle Vigne Veneto Secrets685 (1)

Cresce la voglia di turismo enogastronomico, un turismo capace di coniugare forme slow di scoperta del territorio con pratiche agricole sostenibili che si prendono cura dell’ambiente e garantiscono prodotti di qualità e sicuri. “Il turismo enogastronomico – scrive Roberta Garibaldi nel suo ultimo Rapporto – è una leva strategica di sostenibilità. Contribuisce ad accrescere l’attrattività della destinazione e la reputazione delle produzioni locali, crea ricchezza diffusa e nuove opportunità per le filiere del turismo e dell’agricoltura, sostiene processi di riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio enogastronomico, aumenta la qualità e la sicurezza del cibo favorendo un approccio carbon neutral”.

Lette sotto questa chiave di lettura, le colline del Conegliano Valdobbiadene rappresentano una proposta perfetta per il turista moderno: un ambiente naturale straordinario, patrimonio UNESCO, unito a prodotti d’eccellenza, come il Prosecco Superiore DOCG e a bellezze storiche, architettoniche e paesaggistiche. Non è un caso che il territorio sia una tappa sempre più ricercata, tanto da aver incrementato del 30% le presenze turistiche la scorsa stagione.

Non è un caso, quindi, che siano sempre più le cantine che, in parallelo con l’attività produttiva, propongano anche servizi dedicati all’ospitalità. Come Alice Relais nelle Vigne di Carpesica, gestito da Pier Francesca Bonicelli: “Il relais è nato nel 2003 come foresteria della vicina cantina Bellenda, per ospitare importatori e clienti. Poi è stata trasformato a scopo prettamente turistico. In questi anni l’attività è cresciuta moltissimo, anche grazie alla buona comunicazione del territorio. Molti turisti, infatti, vengono qui già ben informati. E sono curiosi, non sono solo attratti dall’aspetto enogastronomico, ma anche da quello che può offrire il territorio, tra bellezze naturalistiche e luoghi d’arte e cultura. L’unica pecca? La mancanza di servizi di trasporto adeguati, come i taxi”.

E sul turismo ecosostenibile c’è già chi ha le idee chiare, come Alberto Bortolomiol, titolare col fratello Enrico dell’azienda vinicola Ciodet, che ha aperto un anno fa il resort Roggia dei Cedri, in centro a Valdobbiadene: “Il progetto è nato sia come supporto alle visite in cantine dei nostri clienti che come servizio di ospitalità per i turisti. L’idea fin da subito è stata quella di creare una struttura con in mente il concetto di sostenibilità: le cinque strutture del resort, infatti, sono tutte in legno, in rovere all’interno e in castagno all’esterno, che sono i due legni coi quali erano fatte le botti una volta. I tetti sono coperti d’erba ed hanno un sistema di recupero delle acque piovane usato per l’irrigazione, il riscaldamento è autonomo a pompa di calore, con un minor utilizzo di energia. In futuro installeremo anche i pannelli fotovoltaici, nel ristorante che abbiamo intenzione di allestire a completamento del servizio”.

Uno degli elementi nuovi del turismo sulle colline del Conegliano Valdobbiadene, è rappresentato dall’allungamento della permanenza dei turisti. Non più da weekend, ma con settimane, come conferma anche Marika dell’azienda agricola Ca dei Zago di San Pietro di Barbozza, piccola cantina a conduzione familiare, di quinta generazione, con offerta di pernottamento per turisti e clienti: “Abbiamo una fidelizzazione della clientela molto alta. Si fermano più a lungo e ritornano a trovarci molto spesso. Nonostante non siano presenti online in nessun sito di promozione turistica, le visite continuano ad incrementarsi, specie da quando il territorio è patrimonio UNESCO. Si tratta comunque essenzialmente di clienti storici, che ci seguono da anni. I periodi più intensi? Sicuramente primavera e autunno”.