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Storie  

Intervista a Primo Franco per la rubrica social “People of Conegliano Valdobbiadene: Le icone della denominazione”

Online sui canali social del Consorzio di Tutela, la rubrica ci accompagnerà fino a fine Novembre.
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Cinque protagonisti del Consorzio di Tutela raccontano il mondo della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG da molteplici punti di vista, spaziando fra le diverse professionalità, esperienze ed unicità di ciascuno, svelando il lato più umano della Denominazione.

Per rappresentare al meglio questa realtà e il ricambio generazionale che caratterizza molte aziende della Denominazione, sono stati intervistati due «nuovi volti», giovani ragazzi e ragazze che con uno sguardo fresco raccontano la loro quotidianità e il loro ingresso in cantina e tre «icone» che, per esperienza e maturità, rappresentano al meglio la storia e l’heritage del nostro Consorzio di Tutela. Il fil rouge che lega le cinque persone protagoniste di questa rubrica è la passione per un territorio ed un vino: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

È proprio la voce fuoricampo dei protagonisti a guidare lo spettatore attraverso le storie di People of Conegliano Valdobbiadene e a scandire una serie di immagini che rappresentano, con un taglio fortemente emozionale e uno sguardo intimo sulla vita e le peculiarità di ciascuno, il rispettivo lavoro quotidiano e gli insegnamenti appresi nel tempo.

Oggi la rubrica #PeopleOfConeglianoValdobbiadene continua, insieme a Primo Franco, enologo e titolare nell’azienda di famiglia, protagonista de “Le icone della Denominazione”.

Qui di seguito l’intervista completa.

Secondo la sua esperienza diretta in azienda, qual è stato il momento di svolta per il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene e cosa è successo?

“Io sono Primo Franco e rappresento la terza generazione di una famiglia strettamente legata al mondo del vino. Tutto ebbe inizio quando mio nonno Antonio si avventurò in questo settore nel 1919, subito dopo la Prima Guerra Mondiale. Dopo aver ottenuto il mio diploma in enologia a Conegliano, ho deciso di unirmi all’azienda in modo permanente nel 1973, cercando di portare un’idea nuova all’interno dell’azienda. In quegli anni, il vino era principalmente associato alle calorie e al consumo quotidiano, ma proprio in quel periodo iniziò una vera rivoluzione.

Il rapporto tra cibo e vino subì una trasformazione notevole, passando dal semplice apporto calorico all’edonismo, aprendo la strada a un’era completamente diversa, in cui il piacere di mangiare e bere bene divenne un elemento chiave. Questo cambiamento ebbe un forte impatto sul modo in cui il Prosecco, inizialmente una parte del tessuto culturale veneto, si trasformò in uno stile di vita, prima a livello nazionale e poi a livello mondiale.

Secondo lei a chi va attribuito il merito?

“Un personaggio fondamentale in questo processo di trasformazione è stato a mio parere Alfredo Beltrame, un ristoratore trevigiano che aprì una catena di ristoranti di alta classe in stile veneto. Questi ristoranti si diffusero da Treviso a Cortina, Porto Rotondo, Roma, Milano, Torino, Padova e persino Monaco di Baviera, diffondendo lo stile veneto ed enfatizzando il piacere e il gusto di mangiare e bere bene. Il Prosecco è stato il protagonista in questa avventura.

Ma la vera rivoluzione fu portata avanti dalle piccole aziende tra Conegliano e Valdobbiadene che viaggiando diffusero il Prosecco in tutto il mondo, che oggi è diventato una bevanda quotidiana, non più riservata solo a occasioni speciali. Il mondo del vino ha subito una trasformazione incredibile, portando il Prosecco a diventare un fenomeno mondiale grazie al lavoro di tutti quanti, nessuno escluso.”

Quale consiglio darebbe alle nuove generazioni per promuovere nel futuro il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG in Italia e nel mondo?

“Un consiglio che vorrei dare ai giovani è di prendere in mano una valigetta o uno zaino, qualcosa che possa accompagnarli in un viaggio in giro per il mondo prima di intraprendere la loro carriera professionale. Viaggiare apre la mente e permette di scoprire come funziona il mondo. Durante questi viaggi, è importante non limitarsi ad assaggiare il vino, ma anche a esplorare la cultura culinaria. Si dovrebbe frequentare trattorie locali e, perché no, anche grandi ristoranti, per creare legami e acquisire una conoscenza profonda del mondo enogastronomico.

I giovani avranno un ruolo fondamentale nel futuro delle aziende vinicole. Devono mettere in pratica le loro capacità e sfruttare le opportunità di viaggio per acquisire una conoscenza approfondita. Questo li renderà in grado di discutere e comprendere appieno le dinamiche del settore. Quando si apre una carta dei vini in un ristorante, è essenziale essere in grado di leggerla e comprenderla appieno. Il Prosecco Superiore ha tutto il potenziale per essere una scelta ideale in molte occasioni e può benissimo trovare spazio nelle liste dei vini di ristoranti di prestigio.

Il futuro della mia azienda è ora affidato alla quarta generazione, mia figlia Silvia. Sono convinto che abbia compreso il messaggio e sta portando avanti con successo l’eredità di famiglia. Siamo entrambi soddisfatti e ottimisti riguardo al futuro dell’azienda e del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene.”