Flavescenza dorata
Al via il progetto mi.di.fen.do., una nuova tecnologia efficace e sostenibile che prevede l’uso di microrganismi nella difesa della vite contro la flavescenza dorata
Il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG è da sempre molto attivo nel campo della ricerca; lo testimoniano i numerosi progetti portati avanti nel corso degli anni, con la collaborazione di Università ed Istituti di ricerca specializzati e all’avanguardia.
Quest’anno ha voluto dare supporto a un progetto ideato dal CREA (Centro di Ricerca per la Viticoltura) di Conegliano, dal titolo mi.di.fen.do. (uso di microrganismi nella difesa della vite contro la flavescenza dorata: sviluppo di una nuova tecnologia efficace e sostenibile).
Il Consorzio di Tutela avrà il compito di divulgare, tramite brochure, siti internet e manifestazioni, il procedere delle attività e infine i risultati che si
otterranno nel corso dei 3 anni previsti dal progetto.
La flavescenza dorata è una fitoplasmosi appartenente al gruppo dei giallumi della vite. La malattia è infatti causata da un fitoplasma, batterio trasmesso dalla cicalina Scaphoideus titanus, di origine nord-americana. Il nome viene attribuito alla colorazione giallo-dorata che assumono gli organi della pianta dei vitigni a bacca bianca quando vengono colpiti. Il fitoplasma si insedia nei tessuti floematici della pianta ospite e provoca il blocco della linfa elaborata, inducendo uno squilibrio delle attività fisiologiche della pianta stessa.
I sintomi si manifestano in piena estate, dal mese di luglio si accentuano progressivamente fino ad essere riconoscibili dalla metà di agosto alla metà di settembre. I tralci colpiti da flavescenza rimangono erbacei per la mancata o irregolare lignificazione; spesso presentano anche delle pustole oleose alla base. Il danno economico maggiormente rilevante si verifica in vicinanza della maturazione delle uve, quando si assiste all’appassimento e alla cascola degli acini; questo comporta conseguentemente un danno significativo alla produzione. La flavescenza dorata è una malattia sottoposta a
quarantena in Italia. Il DM n° 32442 del 31 maggio 2000, infatti, prevede una lotta obbligatoria secondo la quale, dove è accertata la malattia, devono essere estirpate le viti infette.
In caso di contemporanea presenza dell’insetto vettore, si devono inoltre eseguire dei trattamenti insetticidi specifici.
Ai fini di limitare al massimo l’uso di sostanze chimiche di sintesi, nell’ottica di una globale visione di sostenibilità, il CREA ha pensato a questo innovativo progetto. Si pone sostanzialmente l’obiettivo di trovare un metodo preventivo di lotta alla flavescenza dorata, che provoca come detto precedentemente gravi danni, soprattutto in viticoltura biologica dove i mezzi di difesa attualmente presenti non risultano essere efficaci nella maggior parte dei casi. Dal momento che il settore della ricerca è in continua evoluzione, il metodo si basa su delle recenti conoscenze scientifiche riguardanti le vie di difesa naturali della vite contro questa malattia.
I principali risultati che si vogliono ottenere alla fine del percorso sono i seguenti: l’individuazione di composti organici volatili (MVOCs: microbial volatile organic compounds) in grado di attivare le vie di difesa contro la flavescenza dorata; l’individuazione dei microrganismi in grado di produrli naturalmente. In particolare, l’innovazione sta nello stimolare una specifica via di difesa che alcune varietà di vite già utilizzano contro la malattia, che è la via dello jasmonato (racchiuso in un insieme di composti che trovano largo impiego come ormoni vegetali regolanti della crescita e dello sviluppo delle piante). Il valore aggiunto sta proprio nell’elevata sostenibilità economica, in quanto si diminuiscono i danni alle produzioni, ed ambientale, in quanto si tratta di composti naturali. Capofila di questo progetto è l’azienda biologica “Società agricola semplice Ai Boz” che, avvalendosi della collaborazione di altre due aziende e di tecnici specialisti del settore, coordinerà le attività in programma.
Ci auguriamo quindi che questo progetto dia i risultati attesi; d’altronde ha tutte le carte per sorprenderci.
[Articolo originariamente pubblicato all’interno del Magazine Conegliano Valdobbiadene, luglio 2019 . L’intero numero è disponibile qui]