Prosecco.it — Conegliano Valdobbiadene DOCG

Storie  

Un viaggio nel cuore della forgiatura

Da Valdobbiadene a Vittorio Veneto, sulle tracce dell'antica arte della lavorazione del metallo, dagli attrezzi agricoli ai coltelli da chef
MAR02779c
A giorni uscirà il numero primaverile del Visit Conegliano Valdobbiadene, il nostro magazine che racconta le bellezze e le storie del nostro territorio. Tra questi racconti spicca quello dedicato ad un tema poco noto, ma affascinante, che dimostra la manualità  dei grandi artigiani della nostra area, quello della forgiatura, che qui vi anticipiamo.

__

L’Alta Marca Trevigiana, terra di colline ricche di corsi d’acqua e antiche tradizioni, si rivela un palcoscenico affascinante per un viaggio alla scoperta dell’arte della forgiatura da Valdobbiadene a Vittorio Veneto, seguendo il corso dei torrenti e la storia di uomini che hanno plasmato il metallo con passione e maestria. Un itinerario che non è solo un viaggio geografico, ma un’immersione nella storia, nella cultura e nell’abilità artigianale che ancora oggi continua a vivere e ispirare.

Valdobbiadene: l’eredità dei Taglienti e la nuova generazione

Il nostro percorso inizia a Valdobbiadene, dove ogni anno ai primi di marzo si celebra la Cittadella dei Taglienti, manifestazione che rende omaggio all’antica arte della lavorazione dei metalli. Nata dall’iniziativa di Enzo Dieni, presidente dell’Associazione La Britola, la mostra è diventata un punto di riferimento per artigiani-artisti provenienti da tutto il mondo. Qui si possono ammirare coltelli d’arte e da collezione, realizzati con materiali preziosi come abalone, avorio, oro e pietre preziose. Durante l’evento, non mancano dimostrazioni dal vivo di arrotatura e forgiatura, per scoprire i segreti di quest’arte. La manifestazione sottolinea anche l’importanza del coltello nella cultura contadina, con la “britola”, il coltello tascabile, come simbolo di questo legame. E proprio per celebrare questo legame nel giardino di Villa dei Cedri si può ammirare una britola da Guinness dei primati, lunga otto metri e pesante 5 quintali.

Ma Valdobbiadene non è solo tradizione; è anche un centro di innovazione grazie a giovani talenti come Anwar Thamri, un artigiano che si sta facendo notare nel mondo della coltelleria. La sua passione, nata quasi banalmente dall’esigenza di avere un buon coltello durante le sue escursioni in montagna, lo ha portato a creare pezzi unici, apprezzati anche da chef di fama e utilizzati in programmi televisivi. Thamri progetta i suoi coltelli, che vende in tutto il mondo, al computer e utilizza materiali come corno, legno e legno di vite, con un’attenzione particolare ad ogni dettaglio della lavorazione. 

Percorrendo solo pochi chilometri lungo la Strada del Prosecco, arriviamo alla frazione di Santo Stefano dove scorre il torrente Teva, che ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle attività artigianali, alimentando mulini, fucine e magli fin dal XV secolo. Lungo il suo corso, si sono sviluppate diverse attività come fabbri, folladori di lana e mugnai. Un tempo, la Teva alimentava cinque mulini da macina, un battiferro e due folli. L’ultimo maglio ha cessato la sua attività negli anni ’80, ma il ricordo di questa storica via dell’acqua rimane vivo. Oggi, la Teva è ancora importante per l’irrigazione delle vigne, a testimonianza di un legame indissolubile tra la natura e il lavoro dell’uomo.

Follina e il retaggio dei magli

Proseguiamo il nostro itinerario verso Follina, altro sito storico del territorio legato alla lavorazione dei metalli. Qui, magli come quello di Bottarel e quello di Pradella a Solighetto, hanno funzionato fino agli anni ’80 del Novecento, producendo attrezzi agricoli come zappe e roncole. Azionati dalla forza dell’acqua, rappresentano ancora oggi un’importante testimonianza di archeologia industriale.

Verso Vittorio Veneto: la Via dell’Acqua e l’arte degli spadai

Lungo il cammino verso Vittorio Veneto, A Cison di Valmarino incontriamo la Via dell’Acqua, che ci ricorda la storia secolare dell’energia delle acque del torrente Rujo che in passato, alimentavano mulini per la farina, magli per il ferro e folli da panno per la lana, concentrati soprattutto a San Silvestro e Capo Molino, condotti da generazioni di fabbri

Infine, arriviamo a Serravalle, oggi parte di Vittorio Veneto, un tempo centro di produzione di spade di fama. Qui, botteghe come quelle dei Marson e della famiglia di spadai Ferrara di Fonzaso, realizzavano lame apprezzate in tutta Europa, tanto che “saravale” a Venezia divenne sinonimo di uomo armato. L’area di Belluno, Feltre e Serravalle, tra il XV e il XVII secolo, vide una produzione di armi bianche di alta qualità, destinate a eserciti e nobili di tutta Europa. La combinazione di acqua come forza motrice, la possibilità di trasporto via fiume Piave e le materie prime provenienti dalle miniere del Fursil, crearono le condizioni ideali per questo sviluppo. Oggi, il Museo del Cenedese a Vittorio Veneto conserva testimonianze di questa antica arte e della storia della regione.