Il futuro del vino italiano. Qualità, sostenibilità e territorio
Il presente e le sfide del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG

Sono passati circa trentacinque anni da quello che in molti hanno definito l’anno zero del vino italiano. Era il 1986, anno della crisi del metanolo. Dopo quel tragico evento, in cui persero la vita 19 persone e 15 riportarono lesioni permanenti, il mondo del vino made in Italy non è stato più lo stesso. Scommettendo sulla qualità, sull’innovazione, sulla territorialità delle produzioni e sulle certificazioni d’origine, il settore è cresciuto, e il suo successo oggi è davanti i nostri occhi: nel 1986 gli ettolitri prodotti in Italia erano 76,8 milioni per un fatturato di 2,5 mld di euro, gli ettolitri prodotti oggi sono 54 milioni, il 30% in meno, ma valgono 11 mld di euro. L’export, che valeva allora 800 milioni di euro, oggi vale 6,2 mld. Allora la quota di vini DOC e DOCG era pari al 10% della produzione, oggi se contiamo anche i vini IGT, che sono nati dopo, superano il 60%. Insomma, scommettendo sulla qualità a tutto tondo oggi produciamo molto di meno, ma il nostro vino vale molto di più e la sua notorietà e valore è riconosciuto in tutto il mondo.
Oggi il settore vitivinicolo ha davanti a sé una nuova sfida, quella dei cambiamenti climatici. Una sfida che modificherà profondamente le geografie viticole verso latitudini più alte o altitudini più elevate, i mercati e l’opinione pubblica orientati sempre più verso prodotti generati da processi chemical free. La recente protesta dei sindaci francesi contro la scelta del governo di non vietare più l’uso del glifosate nel 2021 è solo l’ultima conferma di questa tendenza. Una sfida che se presa per tempo può rappresentare, come già successo in passato, una occasione per rafforzare la competitività dell’intero settore.
Da qui l’idea di Fondazione Symbola e il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG di realizzare uno studio finalizzato a mappare le principali soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato per migliorare prodotti e processi produttivi della filiera vitivinicola nel segno della sostenibilità e quindi della qualità.
Un patrimonio informativo a disposizione del settore vitivinicolo made in Italy, a partire dal Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG che in collaborazione con Symbola ha individuato in questo lavoro le linee strategiche per un piano organico della sostenibilità. Un percorso che andrà a rafforzare le azioni già messe in campo dal Consorzio, tra i primi al mondo ad aver approvato ad esempio un provvedimento che prevede da quest’anno il divieto assoluto all’uso di erbicidi contenenti glifosate, facendo diventare così l’intera area della denominazione il più vasto territorio viticolo d’Europa libero da glifosate. Sostenibilità ma anche bellezza e difesa del paesaggio. Il Consorzio infatti, oltre a tante azioni e sperimentazioni messe in campo, è stato capofila dell’associazione che ha portato le Colline del Prosecco ad entrare nel 2019 nella lista del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Un traguardo importante che impone all’intera area produttiva scelte sempre più rigorose e rispettose dell’ambiente e del paesaggio.
Il documento indaga cinque dimensioni della sostenibilità: la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari, l’uso razionale delle risorse idriche nel processo vitivinicolo, la protezione delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno, la riduzione di emissioni gas climalteranti e promozione di misure di efficienza energetica e di produzione di energia da fonti rinnovabili nel processo vitivinicolo, fino al recupero e riciclo dei materiali/scarti di produzione e promozione di packaging eco-compatibili.