Roccolo di Arfanta: un’oasi ornitologica tra le colline
Dalla passione per l’ornitologia della famiglia Fabris, un microcosmo di bellezze naturali, tutto da scoprire

Dal roccolo antico, come postazione di caccia agli uccelli, a quello moderno, trasformato in un osservatorio ornitologico per seguire le rotte migratorie. Nasce così, con questa vena “green” ed ecologica, quello che è un piccolo e poco noto gioiellino della biodiversità delle colline del Conegliano Valdobbiadene. Ovvero il Roccolo di Arfanta, di proprietà della famiglia Fabris.
Di roccoli a scopo di approvvigionamento, in realtà, il territorio collinare, come gran parte della regione padana del nord Italia, ne è sempre stato molto ricco. Ma già a fine Ottocento la famiglia Fabris, che per quattro generazioni sino ad oggi gestisce la distilleria Da Ponte, aveva deciso di mutarne la destinazione per scopi scientifici, costruendo a Colle Umberto, in località Col di Manza, alcuni roccoli come stazioni dedicate allo studio dell’ornitologia, una passione di famiglia.
Passione continuata poi da Pier Liberale Fabris, che alla fine degli anni ’50, decise di trasferire il roccolo in una posizione migliore. E la identificò nelle colline intorno a Tarzo, esattamente in località Poggio Bello dove, in due ettari di terreno, costruì un roccolo più grande per osservare e studiare le rotte migratorie degli uccelli. Nasce così il Roccolo di Arfanta un vero e proprio salotto naturale dove la ‘ragnaia’ di carpini bianchi, tipici del giardino all’italiana, è circondata da querce e castagni, alberi e piante da frutto che trovano il loro contrappunto nelle macchie di colore date da ciclamini, primule e fiori di campo. Dove gli uccelli trovano un accogliente dimora e si riposano cullati dalla bellezza della natura.
Negli anni ’70, grazie alla collaborazione della famiglia Fabris con la Provincia di Treviso, la Regione Veneto e l’Istituto nazionale per la Fauna Selvatica di Bologna (oggi ISPRA), il roccolo diventa ufficialmente un osservatorio scientifico ornitologico a tutti gli effetti. “Uno dei principi cui la mia famiglia è sempre stata molto legata – racconta Francesco Fabris, figlio di Pier Liberale e oggi curatore ed amministratore del Roccolo – è sempre stato quello di salvaguardare l’ambiente. E il Roccolo è la somma di questi principi, creato per mantenere un ecosistema in perfetto equilibrio col territorio. Grazie anche alla presenza di piante secolari e monumentali, che dall’anno scorso sono sotto la sovraintendenza delle belle arti paesaggistiche della Regione, come querce, rovere e carpini, è un luogo tutelato e mantenuto esclusivamente a mano. Che ne racconta, nel pieno epicentro del territorio patrimonio UNESCO, la sua biodiversità grazie ad un ecosistema ancora integro”.
Per info e prenotazioni 0438 933011 – info@daponte.it
[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Autunno Inverno 2021. L’intero numero è disponibile qui]