Ricordo di Etile Carpenè, custode e innovatore
Lutto per il mondo del Conegliano Valdobbiadene, con la scomparsa di Etile Carpenè, protagonista del successo del Mondo Prosecco
Etile Carpenè ci ha lasciati il 23 ottobre 2024, a ottant’anni, segnando una perdita profonda per il mondo vitivinicolo e per tutti coloro che l’hanno conosciuto e ammirato. Figura emblematica e uomo di grande cultura, Etile ha dedicato la vita all’azienda di famiglia, la storica Carpenè-Malvolti, contribuendo in maniera decisiva al suo sviluppo tecnologico e alla valorizzazione del comparto spumantistico italiano.
Dopo la laurea in Chimica Pura, e una formazione sul campo nella cantina di famiglia, Etile percorre tutte le tappe della carriera, entrando in azienda sotto la guida del padre Antonio, prima nel marketing e poi come Direttore Commerciale, Amministratore Delegato e, infine, Presidente dal 1987. La sua leadership si distingue per una visione lungimirante e una spinta verso l’innovazione che ha portato la Carpenè-Malvolti all’avanguardia nella spumantizzazione e nella distribuzione nazionale e internazionale.
La sua determinazione e il suo impegno valgono riconoscimenti importanti: è stato Presidente dell’Istituto Italiano Spumante Metodo Classico, nel 1992 è nominato Vicepresidente del Sindacato Nazionale Vini Spumanti e Consigliere del Consorzio di Tutela del Prosecco, dove resta in carica per due mandati consecutivi. La sua instancabile opera viene celebrata con il titolo di Accademico emerito dell’Accademia della Vite e del Vino.
Il legame con la città di Conegliano e la storica Scuola Enologica è un filo conduttore della storia dei Carpenè. Nel 2002, per celebrare la famiglia che tanto ha dato al territorio, il Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia è stato intitolato ad Antonio Carpenè, il fondatore della dinastia. In Etile Carpenè, la storia e la tradizione della Carpenè-Malvolti si fondono con uno spirito innovatore: grazie a lui, il Prosecco è stato non solo un prodotto di successo, ma un simbolo del saper fare italiano, amato e apprezzato in tutto il mondo. La sua scomparsa lascia un vuoto, ma anche un’eredità solida e un esempio di dedizione alla tradizione, accompagnata da uno sguardo sempre rivolto al futuro.
Per rinsaldare il pensiero e il ricordo di Etile Carpenè, pubblichiamo un estratto dell’intervista realizzata dalla giornalista Elena Filini in occasione del 50° anniversario del Consorzio di Tutela, ed uscita su Il Gazzettino domenica 12 maggio 2018,
«Nel 1868, anno di fondazione della nostra Impresa, il mio bisnonno Antonio Carpenè ebbe l’intuizione di sperimentare la produzione di un vino spumante, con caratteristiche simili allo Champagne francese, utilizzando soltanto uve autoctone del territorio trevigiano. Voleva un vino democratico, gli piaceva l’idea che la festa non fosse solo per l’élite. Grazie agli studi scientifici compiuti e ai carteggi con i più importanti scienziati del tempo come Koch, Pasteur e Von Liebig, si impegnò a mettere a punto un nuovo metodo di spumantizzazione, basato sulla rifermentazione in autoclave. Valorizzare una produzione autoctona si sarebbe poi rivelato un bene assoluto, soprattutto per chi quel territorio e quegli ettari vitati li cura quotidianamente».