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Lotta alla cocciniglia

Come difendersi dall’aggressiva cocciniglia farinosa della vite, la cui diffusione si è di recente estesa anche ai vigneti del Conegliano Valdobbiadene
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Le cocciniglie stanno guadagnando negli ultimi anni un ruolo significativo tra i fitofagi presenti nei vigneti della nostra Regione. Tra le diverse specie di cocciniglie di interesse viticolo, particolarmente importanti sono il Parthenolecanium corni e il Planococcus ficus. Tra le due specie menzionate, in viticoltura è maggiormente rilevante il Planococcus ficus, conosciuto anche come cocciniglia farinosa della vite, a causa del progressivo incremento della frequenza e dell’intensità degli attacchi, che si sono estesi anche a regioni viticole tradizionalmente meno colpite. Questa cocciniglia è infatti conosciuta per l’aggressività conseguenza di un comportamento “subdolo” abbinato ad una grande capacità di proliferazione. In Italia la specie può essere considerata tipica delle regioni centro-meridionali, ma a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, essa si è pian piano diffusa anche nelle zone viticole del settentrione. Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, attraverso il costante lavoro di monitoraggio in campo durante tutta la stagione viticola, ha riscontrato la presenza di P. ficus anche nei vigneti della Denominazione.

CICLO BIOLOGICO E DANNI 

La cocciniglia farinosa della vite sverna come femmina fecondata in posizioni riparate sul fusto: al di sotto della corteccia oppure sotto la superficie del suolo. In primavera inizia la deposizione dei caratteristici ovisacchi contenenti le uova da cui derivano le neanidi di prima generazione, le quali si portano alla base dei punti vegetativi o, più raramente, sulle foglie basali. Una seconda generazione ha luogo in luglio; in questa fase, gli stadi giovanili invadono progressivamente i germogli e i grappoli. La terza generazione si sviluppa in genere verso la fine del mese di agosto e ad essa sono legati i danni maggiori a carico dei grappoli. In assenza di strategie di lotta eseguite precedentemente, infatti, le neanidi di tale generazione possono essere talmente numerose da invadere letteralmente foglie e grappoli, che si ricoprono di melata prima e di fumaggine poi, cui possono associarsi anche fenomeni di marciume acido. In caso di andamento climatico favorevole, si può avere un ulteriore sviluppo di popolazioni sulle foglie in autunno.

In annate favorevoli allo sviluppo dell’insetto, il danno alla produzione può essere tale da compromettere totalmente la qualità delle uve nelle aree colpite. Il Planococcus ficus è in grado di arrecare danni alla vite sia in forma diretta che in forma indiretta. I danni diretti sono conseguenti alla sottrazione di linfa a causa dell’attività trofica dell’insetto e consistono in un sostanziale indebolimento dei punti vegetativi ed alterazione del processo di maturazione dell’uva. I danni indiretti sono invece da collegare all’abbondante emissione di melata, sulla quale si sviluppano fumaggini che riducono ulteriormente l’efficienza fotosintetica e la qualità delle uve; a questi si deve aggiungere la trasmissione di virosi quali l’accartocciamento fogliare e il legno riccio.

Come accennato precedentemente, P. ficus è dotato di una grandissima capacità di proliferazione; infatti, anche se non si caratterizza per un ciclo particolarmente veloce, una femmina adulta può generare più di 200-300 nuovi individui. Inoltre, la cocciniglia farinosa della vite ha un comportamento “schivo”, per la sua distribuzione non uniforme all’interno del vigneto colpito. Questi aspetti vanno tenuti in conto dal viticoltore, nella lotta all’insetto.

INTERVENTI DI DIFESA

La lotta a P. ficus si basa sul contenimento della popolazione quando si avvia la seconda generazione. L’approccio tradizionale usato per la difesa è il controllo chimico. Si deve evidenziare però che la strategia con insetticidi risulta oggi difficilmente percorribile particolarmente nella Denominazione Conegliano Valdobbiadene, a causa della notevole riduzione dei fitofarmaci ad azione insetticida utilizzabili, delle ulteriori limitazioni dettate dal Protocollo Viticolo, dei scarsi mezzi a disposizione in viticoltura biologica e del rischio di residualità sui grappoli (dato che l’intervento di difesa va effettuato generalmente nella seconda parte della stagione, quando il grappolo è ormai formato). All’interno della Denominazione Conegliano Valdobbiadene, il panorama degli insetticidi utilizzabili si esaurisce quindi con il solo Acetamiprid, che però viene spesso utilizzato in un momento non opportuno per la cocciniglia nella lotta allo Scaphoideus titanus (cicalina vettore della flavescenza dorata) e che non sempre ha dimostrato risultati soddisfacenti.

Da qui nasce l’esigenza della sperimentazione di altre misure di difesa, alternative alla lotta chimica: la confusione sessuale e l’utilizzo di insetti antagonisti, particolarmente di un parassitoide, Anagyrus near pseudococci, e di un predatore, Cryptolaemus montrouzieri, che hanno dimostrato efficacia nelle prove eseguite negli ultimi anni.

La confusione sessuale, come per altri insetti (ad esempio Lobesia botrana: tignoletta della vite), si basa sull’utilizzo di appositi diffusori del feromone specifico, in maniera tale che la nube di feromone creata in vigneto riduca fortemente gli accoppiamenti e quindi la possibilità dell’insetto di riprodursi. Nel caso del P. ficus, i diffusori vanno distribuiti in vigneto nel mese di aprile, prima che inizi il volo dei maschi, e sono in grado di garantire il rilascio del feromone per tutta la durata della stagione. Va ricordato il fatto che P. ficus sverna come femmina fecondata; l’efficacia della tecnica della confusione sessuale è pertanto nulla nei confronti delle neanidi di prima generazione, soprattutto al primo anno di applicazione, ma si esprime verso le generazioni successive.

Anagyrus near pseudococci è un Encirtide tipico dell’area mediterranea, in grado di parassitizzare non solo il Planococcus ficus, ma anche altre cocciniglie farinose. La femmina depone l’uovo nelle forme giovanili, ma anche nelle femmine immature; la larva vive poi a spese dell’ospite, sviluppandosi al suo interno. A. near pseudococci è un buon volatore con una spiccata attitudine alla ricerca della cocciniglia in questione; esso pertanto è in grado di agire anche nelle fasi iniziali dell’infestazione.

Cryptolaemus montrouzieri è un cocinellide predatore di numerose specie di cocciniglie. La predazione viene svolta non solo dagli adulti, ma anche dalle larve. Le uova pertanto vengono deposte dalle femmine nei focolai dove è presente una maggiore disponibilità di cibo. C. montorouzieri è vorace ed in condizioni favorevoli al suo sviluppo è capace di ridurre fortemente le infestazioni di cocciniglia nei focolai presenti all’interno del vigneto.

Sulla base di quanto sopra riportato, l’utilizzo pratico del cocinellide si esegue attraverso la distribuzione di adulti in corrispondenza dei focolai di infestazione, i quali possono comparire ad inizio estate (nei mesi di giugno e luglio) con il progredire della seconda generazione del parassita. In viticoltura si sta diffondendo l’utilizzo combinato di entrambi gli insetti antagonisti, che prevede la liberazione di A. near pseudococci in maggio/giugno con l’obiettivo di contenere fin da subito la popolazione della cocciniglia farinosa, seguita in estate dalla liberazione localizzata di C. montouzieri al fine di controllare i focolai.

 

[Articolo originariamente pubblicato all’interno rivista Conegliano Valdobbiadene / dicembre 2019. L’intero numero è disponibile qui]