Locanda Da Lino, la locanda dei sogni
“Sarebbe l’ideale di moglie, Lino”. Così Marcello Mastroianni definiva Lino Toffolin, ammirato dalla cura e dall’affetto che era solito ricevere durante i suoi lunghi soggiorni nella Locanda di Solighetto. Che ancora oggi è un intimo rifugio tra arte, ricordi, celebrità e semplicità
Le grandi tele di Lino Dinetto che ritraggono gli ospiti illustri delle tavole della Locanda, le oltre mille pentole di rame appese in tutte le sale, la raccolta saletta dedicata a Toti Dal Monte con tutti i cimeli raccolti in decenni di ricerca e il piccolo caminetto dove la cantante amava gustare le delizie del suo amico Lino, che spesso preparava assieme a lui. E poi tavoli apparecchiati finemente, opere d’arte e fiori, le ampie vetrate sul verdissimo giardino e la sua amena “pergola”, preziose ceramiche e vetri di Murano. La descrizione potrebbe proseguire per pagine, ma forse l’unica possibile, per la Locanda da Lino a Solighetto è: «Un sogno, il sogno di mio padre», come afferma Marco Toffolin, che ha ereditato dal papà Lino, assieme alla sorella Chiara, non solo la straordinaria locanda ma anche passione, “mestiere” e una storia importante.
Una storia che inizia alla fine degli anni Cinquanta quando Lino Toffolin, settimo figlio di contadini di Farrò di Follina, emigrato a Milano a 13 anni per iniziare a fare il cameriere e spintosi poi in Svizzera e in Francia per lavorare in cucina e coltivare il suo sogno di avere, un giorno, un suo ristorante. E che, poco più che ventenne, realizza quel sogno gestendo con successo per qualche anno la “Locanda alla Posta” di Pieve di Soligo e poi, nel 1961, con la moglie Ernesta inaugura l’attuale Locanda ristrutturando un’antica casa colonica divenuta presto buen retiro per il bel mondo dell’epoca.
«Io sono nato assieme a questa locanda», afferma Marco «e qui sono cresciuto tra attori, artisti, scrittori e tante personalità che la frequentavano abitualmente, attratti dall’esclusività del posto ma anche dalle capacità di accoglienza di mio padre».
L’elenco degli ospiti è lunghissimo, ma basti ricordare che vi visse gran parte degli ultimi anni della sua vita Toti Dal Monte (cui è dedicata una delle sale più suggestive del ristorante) così come Marcello Mastroianni che vi trascorreva così tanti lunghi periodi da farsi arredare ad hoc una suite da sua figlia, ancora oggi a lui intitolata.
«Mastroianni e papà sono stati grandi amici, tanto che nella prefazione del libro di memorie di mio padre concluse una serie di frasi ammirate affermando che “sarebbe l’ideale di moglie, Lino”. Ricordo anche che quando girò come protagonista “Moglieamante”, nel 1977, chiamò tutto il cast e la troupe ad alloggiare da noi, e poiché la Locanda non bastava i miei genitori misero anche a disposizione la nostra casa. Insomma: le mie sorelle ed io dormimmo sul divano per qualche settimana, perché da noi stavano tutti così bene che anche quando il set era un po’ lontano da qui, alloggiavano comunque a Solighetto».
Gli aneddoti che Marco sciorina sono infiniti, e rilevano tutti la grande semplicità con cui Lino riusciva a far giocare a carte gli Alpini del paese con i grandi attori, a far incontrare i fan con i loro idoli in un’atmosfera familiare. Ed anche quando parla della sua cucina, la lezione del padre è singolare.
«In cucina ho imparato tutto da lui», afferma. «Però non trasmetteva nozioni ma attenzioni, insegnava a prendersi cura degli ospiti tanto quanto della ricetta. Sempre secondo il principio che questo non era un locale esclusivo ma un ristorante per tutti, anche per i VIP, come ha sempre continuato ad essere anche dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2000». E continua: «Come lui, io propongo una cucina d’impronta tradizionale, anche se con qualche alleggerimento nella sostanza e qualche evoluzione nella forma, proprio per assecondare le esigenze degli ospiti».
Rispettare la tradizione è ben diverso dalla ripetitività
«Facciamo la pasta fresca ogni giorno, quasi come a ricordarci che ogni giorno si deve ripartire dalla base. E questo significa anche una ricerca continua dei prodotti “giusti” secondo stagione, perché sulla qualità non si può transigere. Anche e soprattutto quanto si tratta di piatti “semplici” come arrosti, spiedo o la sopa coada, dove la materia prima è fondamentale. Così come per il pesce, che prepariamo solo il giovedì sera, appena arriva dal mercato di Caorle».
Se Marco Toffolin è l’anima della cucina della Locanda, l’accoglienza nelle tante sale del ristorante è affidata ai sorrisi di Chiara, sorella di Marco, e a quello di Francesco, che di Marco è figlio e che dopo la laurea in Management ha scelto («liberissimamente», sottolinea con un certo orgoglio il padre) di dedicarsi alla Locanda.
«Rappresentare la terza generazione di una storia straordinaria lunga 60 anni è una grande responsabilità, oltre che un grande onore. Mio nonno fu tra i primi a richiamare nella zona i turisti del gusto, ma ora che le Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio Unesco richiamano persone da tutto il mondo la sfida è quella di far sempre più apprezzare non solo la nostra Locanda ma la cultura e la bellezza dei luoghi in cui abbiamo la fortuna di vivere».
«Questa è la nostra casa», afferma ancora Francesco, «dove la mia famiglia ha sempre considerato i clienti degli ospiti, più spesso degli amici. E dove continuiamo ad accogliere tutti coloro che vi entrano con uguale calore, a prescindere dalla loro celebrità. Sappiamo che dobbiamo farli stare bene, che sia per il tempo di un pasto o per quello di un soggiorno nelle nostre camere e suites intitolate agli ospiti più celebri. Per questo il primo obiettivo e offrire loro un’atmosfera gradevole, professionale ma non troppo formale. Quella in cui tutti possono sentirsi a proprio agio, come in casa di amici».
Locanda da Lino
Via Roma 19
Solighetto (TV)
+39 0438 82 150
info@locandadalino.it
www.locandadalino.it