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La via delle meridiane

Un itinerario alla scoperta delle meridiane del territorio del Conegliano Valdobbiadene. Parole di Gianantonio Geronazzo e foto di Luca Comaron.
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Preziose sentinelle del tempo. Ma anche autentici capolavori di archeologia scientifica, capaci di coniugare tradizione, arte e modernità. Sono le meridiane, o “quadranti solari” perché basano la loro misurazione sul rilevamento della posizione del Sole. Il più antico strumento di misurazione del tempo, conosciuto già nell’Antico Egitto più di 4 mila anni fa, ma al tempo stesso anche il più preciso, l’unico capace di misurare l’ora nel meridiano preciso in cui ci si trova. Un tutt’uno di tempo e luogo, quindi, e non è un caso che le meridiane appaiano molto più spesso sulle facciate delle case, delle ville e delle tenute di campagna, piuttosto che nei luoghi civili e religiosi. Uno strumento “terreno”, perché parte della terra, legato quindi a doppio filo con la tradizione contadina, pronto a segnare inesorabile lo scandire del tempo, il passaggio delle stagioni e quindi le varie fasi di lavoro nei campi, ma nello stesso tempo anche una metafora a rammentarci la fuggevolezza e la caducità dell’esistenza. Ogni meridiana ha sempre un suo motto, ed in molti esempi – “Fugit irreparabile tempus”, “Omnia tempus habet”, “Omnes feriunt. Extrema necat” – è lì a ricordarcelo.

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Matematica, astrologia, filosofia quindi, ma anche arte, visto che molto spesso nelle meridiane venivano impressi disegni e dipinti. Un mix di discipline fra le più varie a sugellare uno strumento che, dopo millenni di storia, giunge ancora oggi con un suo preciso significato di modernità. “È bello ­– ha scritto il poeta Andrea Zanzotto, figlio illustre di queste terre, nel libro “Conto solo ore serene. Le meridiane delle Prealpi Trevigiane”, edito dalla Comunità Montana Prealpi Trevigiane nel 1999 – constatare come anche oggi nuove meridiane sboccino qua e là, a dimostrare un sempre acuto e perenne sentimento del tempo”. Ed è proprio così. Nel comprensorio delle Prealpi Trevigiane, di cui il Conegliano Valdobbiadene fa parte, sono censite più di 150 meridiane. Le più antiche risalgono al XVII secolo e segnano le ore italiche, ossia quelle che mancano per arrivare al tramonto. Ma molte sono di origine moderna, segno che l’interesse per le meridiane è tutt’ora ben vivo e radicato nel territorio.

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A conferma di questo, nel 2017 (dal 24 al 26 marzo) Valdobbiadene ospiterà il XXI Seminario Nazionale di Gnomonica, che ritorna in Veneto, dopo 17 edizioni e 25 anni. Sarà una tre giorni che riunirà appassionati e studiosi di gnomonica, la scienza che unendo saperi di matematica ed astronomia, permette la costruzione di meridiane. Il Seminario Nazionale non si limiterà peraltro ad essere un erudito incontro di studiosi. Volontà degli organizzatori è infatti di far sì che l’evento ampli gli orizzonti divenendo momento per una nuova proposta: l’andar per meridiane, progetto rivolto a quel viaggiatore, camminatore e ciclista, attento e curioso. L’itinerario partirà da Valdobbiadene ed attraverserà i comuni del Quartier del Piave e delle Prealpi Trevigiane. Percorrere la via delle meridiane, che rimarrà in eredità dopo il Seminario, significherà prendere ulteriore conoscenza di questi particolarissimi segni lasciati dall’uomo e che da centinaia d’anni arricchiscono di senso, arte, cultura scientifica i territori del Prosecco Superiore. Nell’occasione, con gli antichi e nuovi orologi solari, verranno riscoperte anche storiche figure di meridianisti figli di queste terre, come Giovanni Follador, Giuseppe Flora e Giacomo Sartori. Un evento, quindi, che conferma la vocazione e attenzione del territorio verso questo strumento affascinante, come aveva già anticipato ancora Andrea Zanzotto nel libro già citato: “…la meridiana nata come espressione di una volontà di capire il flusso del tempo (e qui tempo assume anche valore meteorologico) è sempre qualche cosa che si vuole ben inserito nell’ambito naturale.”

[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Autunno Inverno 2016. L’intero numero è disponibile qui]