Il mercato giapponese raccontato da Shigeru Hayashi
Il massimo esperto di vini italiani in Giappone fa il punto del mercato nel sol levante, dopo gli ultimi appuntamenti di Tokyo e Osaka
Uno dei mercati emergenti nel mondo del vino che merita maggior attenzione è sicuramente il Giappone. Seppure abbia una media di consumo annuo pro-capite molto bassa, pari a 3,5 litri contro i 35 litri dell’Italia, con i suoi 125 milioni di abitanti, una capacità di spesa molto elevata e soprattutto con uno stile di vita molto occidentale, rappresenta un paese con enormi possibilità di crescita. I cui segnali, in realtà già ci sono: nel 2022 il paese del sol levante ha registrato un aumento del valore delle importazioni di Spumanti molto più elevato rispetto alla media del mercato (+28,2%). Aumento di cui ha beneficiato anche il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che nello stesso anno ha raggiunto un valore di circa 2,7 milioni di euro, in notevole crescita rispetto all’anno precedente (+57,6%), per un volume, ugualmente in crescita, di circa 407 mila bottiglie (+47,4%).
E proprio per incrementarne ulteriormente la conoscenza, lo scorso giugno il Consorzio ha organizzato un tour promozionale, tra Tokyo e Osaka, con due masterclass, tenute da Shigeru Hayashi assieme al direttore Diego Tomasi, degustazioni guidate e walk around tasting, oltre che un press dinner con 15 giornalisti esperti di vino, portando e raccontando la storia del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG nel Sol Levante.
Per approfondire meglio il mercato giapponese, le sue dinamiche e le sue opportunità, non c’è figura migliore di Shigeru Hayashi, considerato il massimo esperto sul tema, forte di oltre 40 anni di esperienze di lavoro, tra Italia e Giappone. Dopo aver lavorato per molti anni per il gruppo Suntory Ltd, di cui è stato anche capo dell’ufficio di rappresentanza italiano gestendo il più importante ristorante giapponese di Milano, Hayashi è stato presidente di Eataly Japan dal 2008 al 2015 e nel 2005 ha fondato SoloItalia, azienda di consulenza tramite cui si impegna a promuovere il vino italiano in Giappone e di fare da ponte tra produttori e il mercato giapponese. Nel 1995 è stato il primo giapponese a diplomarsi sommelier Ais ed ha all’attivo 12 libri sul tema del cibo e del vino, molti dei quali dedicati all’Italia.
Signor Hayashi, come descriverebbe l’attuale mercato del vino in Giappone?
Il mercato giapponese del vino è, da sempre, dominato dai vini francesi che oggi hanno quasi il 50% del mercato, seguiti da quelli italiani che si attestano sul 20%, poi i cileni e gli spagnoli. Il consumo è appena un decimo rispetto all’Italia e la percezione che ne hanno i consumatori è quella dettata dagli stessi francesi, ovvero di un prodotto elegante e costoso. Ma già da qualche anno questa visione si sta modificando, grazie anche all’azzeramento dei dazi doganali sei anni fa, al contrario degli altri paesi asiatici, che ha aperto di più il mercato e incentivato la concorrenza.
Quindi più spazio anche per i vini italiani?
Sicuramente. In Giappone oggi sono presenti più di 15 mila ristoranti italiani, anche se per la stragrande maggioranza gestiti da giapponesi che hanno imparato la cucina in Italia, ma che propongono sempre più vini del paese. È sicuramente una grande opportunità ma anche un rischio, che potrebbe far diventare il vino italiano come la classica “rana nel pozzo” del proverbio cinese. Ovvero limitare le possibilità per una scarsa apertura mentale. La cucina giapponese, ad esempio, è molto simile a quella italiana, entrambe si basano quasi sempre su piatti semplici che sfruttano al massimo gli ingredienti, e per questo si abbina bene con vini italiani. Senza dimenticare anche la presenza di altre cucine, come quella cinese o occidentali, dove i vini italiani possono trovare spazio. Quindi, oltre la ristorazione italiana, gli spazi per l’ampliamento del mercato sono ampissimi.
E per quello che riguarda il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG?
Il Prosecco Superiore ha un grande vantaggio che altri spumanti non hanno: la sua grande abbinabilità in tavola. Lo Champagne, che è il vino più noto e consumato in Giappone, non ha questa caratteristica. È considerato un vino di prestigio, da festa o da brindisi. Mentre il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG è un vino molto vicino al cibo, anche e soprattutto alla cucina giapponese, che utilizza molto il pesce ed è ricca di cibi saporiti. Ed è proprio quello che abbiamo cercato di far percepire negli ultimi appuntamenti, puntando molto anche sulle specificità del territorio, come le Rive ed il Cartizze. Il problema vero è sempre lo stesso, la scarsa percezione dei consumatori della differenza tra la DOCG di collina e il DOC di pianura. Ed è su questo che si deve continuare a lavorare, anche con l’aiuto del riconoscimento UNESCO del territorio, perché può rappresentare un’arma promozionale importante per l’identità e il prestigio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, anche dal punto di vista turistico. Chi visita le colline, non può più dimenticarle.