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Il guardiano delle vigne

L’antica Chiesa di San Vigilio a Col San Martino, da cui si può ammirare una spettacolare vista panoramica del territorio
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Abbarbicata su un colle, come un austero guardiano e protettore dei vigneti da cui è circondata, la chiesetta di San Vigilio rappresenta uno degli elementi architettonici più affascinanti e spettacolari del territorio. Tappa obbligata lungo il Sentiero delle Vedette, l’itinerario scenografico attraverso le dorsali collinari che unisce Col San Martino a Soligo, la chiesetta di San Vigilio offre una vista panoramica unica di tutta la vallata del quartier del Piave.

La si raggiunge, meglio se a piedi, partendo dal centro di Col San Martino e proseguendo verso borgo Posmon, dopo una passeggiata di dieci minuti su ripide rampe tra vigneti, dove, infine, si staglia con la sua tipica conformazione romanica. Nasce come piccolo oratorio tra l’XI ed il XII secolo. Una struttura semplice con tetto a capanna e travatura a vista, citata nel 1217 come “Eclesia San Bosman”. Venne quindi via via ingrandita, con l’aggiunta della caratteristica torre campanaria, nel XI secolo, dell’abside, a metà Cinquecento e abbellita con pregevoli affreschi, tra cui una pala sopra l’altare dedicata a San Vigilio, vescovo di Trento, ed altre due ai lati, a destra quella di S. Antonio Abate, a sinistra quella di S. Eustachio (protettore dei cacciatori).

Durante la Grande Guerra divenne un osservatorio austro-ungarico, subì gravi danni e venne spogliata dei dipinti. Un nuovo restauro nel 1979, con ristrutturazione interna e costruzione delle scale del campanile, l’ha riportata in vita. I tre antichi dipinti sono stati sostituiti al centro con un altorilievo in legno dello scultore gardenese Stuflesser raffigurante San Vigilio, sulla destra da una tela che presenta S. Antonio Abate, opera del pittore Cima di Villa, mentre a sinistra è presente un dipinto di G. Modolo che ritrae S. Giuseppe mentre lavora nel suo laboratorio sotto gli occhi di Maria e di Gesù.

L’affresco forse più antico fra quelli presenti nella Chiesa, sulla parete destra, risale all’inizio del 1400 e raffigura la Madonna con Gesù e San Nicola benedicente. Altri interessanti dipinti, databili intorno al XV secolo e attribuiti a Giovanni da Francia, sono il San Giorgio che uccide il drago e i Santi Giacomo e Bernardino da Siena, quest’ultimo recante in mano il Signum Christi. Sulla controfacciata è raffigurato un San Floriano a cavallo (o forse San Bovo, simbolo della civiltà contadina) che riporta la data dell’8 agosto 1489. Degna di nota è la finestra a feritoia che si trova sopra il capo di S. Nicola, elemento tipico degli edifici culturali del X e XI secolo. Infine, molto caratteristico è anche il disegno del pavimento in cotto, composto da tavelle rettangolari e quadrate, esempio tipico delle chiese absidate.

[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Primavera Estate 2020. L’intero numero è disponibile qui]