Prosecco.it — Conegliano Valdobbiadene DOCG

Il borgo degli artisti

Cinquecento abitanti, una manciata di romantiche casette in pietra abitate da poeti e artisti e un piccolo-grande festival internazionale dedicato al cinema di ricerca.
News-VISIT-01-2023

Di Paolo Colombo

La creatività ha bisogno di riflessione e di tranquillità. “L’artista – scriveva Eugenio Montaleraggiunge la comunicazione solo attraverso l’isolamento”. E se questa tranquillità si unisce ad un luogo incantevole, immerso nelle colline targate UNESCO del Conegliano Valdobbiadene, allora possiamo dir di aver fatto centro. La nostra scoperta dei borghi meno noti del territorio ci porta al Borgo di Lago, uno dei quattro del comune di Revine Lago (gli altri sono il Borgo di Revine, il Borgo di Santa Maria e il Borgo di Sottocroda). Siamo in quella che tecnicamente si chiama “buffer zone” del sito UNESCO, ovvero la striscia di confine che gira attorno alla “core zone” che comprende alcuni dei 15 comuni storici della Denominazione del Prosecco Superiore DOCG.

Il Borgo di Lago si trova sul fondovalle, rispetto alla strada principale che divide in due il comune di Revine, e ne rappresenta anche l’unica frazione. Un manipolo di deliziose casette in pietra, racchiuse tra strette stradine e porticati, che si affacciano al lago di Lago, l’unico lago naturale, assieme al gemello lago di Santa Maria cui è legato da uno strettissimo istmo, della provincia di Treviso. Formatosi dal ritiro del ghiacciaio del Piave, non ha emissari, visto che le sue acque provengono solo da risorgive, e la vegetazione che lo circonda, fatta di giunchi, canne e ninfee, testimonia la natura paludosa di quest’area. Ma che nonostante questo, era abitata già nel tardo neolitico (IV millennio a.C.), come hanno dimostrato alcuni ritrovamenti di resti di un villaggio di palafitte, ricostruito oggi nel vicino Parco Archeologico Didattico del Livelet (www.parcolivelet.it).

La pace e calma di questo borgo, che conta 500 abitanti, ha richiamato qui negli ultimi anni poeti, pittori, appassionati di cinema e creativi, tanto da meritarsi appunto il nome di “borgo degli artisti. Originario di Lago, e tutt’ora residente qui, è anche Luciano Cecchinel, poeta i cui lavori sulla rilettura e rivisitazione profonda del dialetto locale lo hanno designato come erede del grande Andrea Zanzotto, cui era legato da profonda amicizia. Ma in anni più recenti il borgo è noto soprattutto per essere sede del Lago Film Fest (www.lagofest.org), festival indipendente dedicato al cinema di ricerca ed incentrato sui cortometraggi, che quest’anno arriva alla sua 19esima edizione ed ha raggiunto una fama internazionale. I film vengono proiettati su un grande schermo, posizionato proprio in riva al lago, per un’esperienza di visione davvero unica ed immersiva.

Il Festival è stato fondato nel 2005 da Viviana Carlet affiancata dal 2008 da Carlo Migotto alla direzione. Viviana abita tuttora qui, dove è la sede organizzativa del festival, con le finestre affacciate sul lago, un modo, come racconta, di avere “i piedi nel lago e la testa dentro il mondo”, mentre Carlo è di Vittorio Veneto. Viviana è il classico esempio di quel “ritorno alle origini” che colpisce chi ama profondamente i propri luoghi natii: dopo essere andata fuori di casa a studiare, a fare l’Università – scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia –, e poi in giro per il mondo per lavoro  e ancora studio è ritornata qui, in questo piccolo borgo nascosto, per mettere in atto il suo sogno.

Durante gli studi – racconta – mi sono interessata a progetti dedicati all’arte pubblica e in particolare al cinema come mezzo per avvicinare le persone e renderle più consapevoli dei luoghi in cui abitano. E Lago rappresenta un luogo perfetto per realizzare la sintesi tra casa e mondo, tra ciò che si era prima di partire e ciò che si è diventati lontano da casa”. Prende così via il festival, che in nove giorni vede le proiezioni di 150-200 cortometraggi internazionali e che ogni anno richiama sulle rive del lago un pubblico, giovane ed appassionato.

È chiaro, quindi, che il valore aggiunto del Borgo di Lago, al di là del fascino romantico, sono proprio le persone che vi abitano. Come, Donatella, pittrice, decoratrice e scultrice che in ricordo del padre Mario Parpagiola, pittore e maestro d’arte veneziano, ha trasformato la sua casa in un vero e proprio museo della memoria della vita contadina di un tempo. “La Casa del Pittore” è anche un’Art B&B dove produce ed espone le proprie creazioni. “L’unica certezza che abbiamo – spiega – è la storia delle nostre origini, che non devono essere dimenticate”.

O Adriano, ex giocatore professionista di basket venuto qui negli anni ‘70 per aprire un panificio artigianale di grande qualità, premiato dall’Accademia italiana della Cucina. Vero e proprio panettiere d’altri tempi, sforna assieme alla figlia Vera pane e pizzette deliziose con in sottofondo la musica dei Pink Floyd, di cui è un grande estimatore. “Cosa serve per fare il buon pane? Basta togliergli tutto quello che non serve”.

O ancora Enzo, ex atleta di mezzofondo di livello nazionale, venuto qui 30 anni fa da Tarzo per fare il restauratore di mobili antichi: “Il posto è splendido da ogni punto di vista, ma l’elemento che mi ha fatto decidere di stare qui è soprattutto l’acqua. Non avrei potuto trasferirmi senza l’acqua”. E ancora Antoine, un ragazzo francese che fa l’accordatore, oppure Anna che è una celebre illustratrice.

Tutti volti che, messi insieme, raccontano meglio di ogni altra cosa il tranquillo e serafico piacere senza compromessi né orpelli che emana dal borgo di Lago.

Photo credits: Joe Murador

[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Primavera Estate 2023. L’intero numero è disponibile qui]