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Enoturismo: la mappa del territorio

Presentata nell’ambito del Wine Tourism Lab la prima estesa fotografia dell’enoturismo nella Denominazione.
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Una fotografia dettagliata dell’enoturismo nel Conegliano Valdobbiadene. È il risultato dell’indagine, svolta da Wine Meridian, testata giornalistica online che racconta quotidianamente l’evoluzione dei mercati del vino, i cui risultati sono stati presentati nel corso di un webinar lo scorso 13 maggio. Un’indagine svolta nell’ambito del progetto Wine Tourism Lab, voluto dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG proprio per sviluppare le opportunità che il territorio sa offrire in termini enoturistici.

Si tratta di un elemento importante lungo la strada della valorizzazione della nostra Denominazione. Il Consorzio si è voluto confrontare su questo tema assieme agli stakeholders del territorio, la Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene, l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la Confraternita di Valdobbiadene, i Gal, l’Altamarca e l’UNPLI di Treviso proprio per capire, grazie a questa ricerca, quali sono le esigenze dell’enoturismo, le nostre caratteristiche, gli aspetti da migliorare e le strade del futuro da tracciare per incrementare la percezione delle qualità del nostro prodotto. Lo si è ritenuto importante anche per arrivare a una coerenza comunicativa: tanto più siamo capaci di esprimere il nostro prodotto in maniera omogenea e coerente tanto più la Denominazione riuscirà ad avere maggiore capacità di influire sul consumatore. Quest’indagine rappresenta solo un primo passo verso questi obiettivi, che percorreremo con la seconda parte del progetto, quella dedicata alla formazione, e che ci porterà infine verso la realizzazione di un vademecum della Denominazione che potrà essere utilizzato da tutte aziende, ma anche dai ristoratori e da tutti coloro che operano nell’ambito dell’ospitalità. Operando in rete potremo ottenere risultati eccellenti in ambito enoturistico. 

L’indagine, che ha coinvolto oltre 200 cantine della Denominazione, è stata illustrata da Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian: “È la prima indagine mai realizzata con tale profondità a livello nazionale – ha spiegato –, a testimonianza di quanto il Consorzio e il territorio sia consapevole dell’importanza dello sviluppo enoturistico. Un enoturismo che il Consorzio e tutte le entità coinvolte nella promozione, valorizzazione e sviluppo enogastronomico, hanno interesse a renderlo sempre più efficace. Perché sempre di più l’enoturismo oggi rappresenta, da un lato una straordinaria modalità comunicativa per far conoscere le peculiarità del territorio attraverso l’esperienza diretta, ma anche un asset economico strategico per la sostenibilità economica delle imprese”.

I DATI

Nel 2023, il territorio del Conegliano Valdobbiadene ha registrato 482.222 presenze totali, segnando un incremento del 18% rispetto al 2022 e dell’8% rispetto al 2019. Questi dati dimostrano un interesse crescente verso questa destinazione, con un aumento significativo del turismo straniero (+24,5% rispetto al 2022 e +16,6% rispetto al 2019). Inoltre, il 2024 è iniziato con un ulteriore incremento del 23% rispetto a gennaio 2023, confermando la tendenza alla destagionalizzazione del turismo in questa zona, che si sta trasformando in una meta paesaggistica e culturale fruibile tutto l’anno.

Per analizzare e comprendere meglio questo trend positivo e identificare le aree di miglioramento e sviluppo, è stata condotta un’analisi approfondita dell’offerta enoturistica del territorio. La ricerca ha sviluppato tre temi principali: il primo ha riguardato la mappatura delle proposte dei soci, il secondo ha valutato la loro preparazione a livello organizzativo e strategico, e il terzo ha esplorato il ruolo sinergico della ristorazione. 

“Per quello che riguarda il primo tema – ha detto Piccoli – un dato interessante, soprattutto in una zona rinomata come quella del Conegliano Valdobbiadene, è che ben il 78% delle aziende ha dichiarato di offrire una proposta enoturistica. Ci sono alcuni casi in cui questa non viene però specificata chiaramente nei siti web, nonostante si tratti di aziende che poi, durante l’indagine via mail, abbiano fornito risposte eccellenti. Questo suggerisce che ci siano realtà dal grande potenziale, ma che attualmente non stanno comunicando sufficientemente la loro proposta”. 

Dall’indagine è emerso poi che l’offerta enoturistica delle aziende della Denominazione è composta in prevalenza da esperienze classiche, come visite a cantine e/o ai vigneti e degustazioni, seguite con molto distacco dai pic-nic. “Il 49% degli intervistati – ha continuato Piccoli – ha in atto partnership con produttori locali di prodotti tipici. Questo a prova del fatto che il cibo nell’enoturismo rimane un fattore chiave di estrema importanza, sia per offrire un’esperienza più completa ma anche per consolidare la collaborazione territoriale. Mentre l’80% degli intervistati ha dichiarato di non avere proposte per intrattenere i bambini, nonostante una fetta importante degli enoturisti sia formata da famiglie”. 

Dal lato dei servizi offerti, il 52% degli intervistati ha dichiarato di avere personale esclusivamente dedicato all’ospitalità. “È un dato incoraggiante – ha commentato Piccoli – ma che tuttavia rivela anche che ci sono molte aziende che relegano il ruolo di Hospitality Manager a figure che svolgono in contemporanea altre mansioni. Va ricordato che l’enoturismo è un business aziendale a sé stante, che comporta grande impegno durante tutto l’arco dell’anno. Relegare la gestione delle visite enoturistiche a dipendenti che si occupano di altre mansioni significa investire nel settore solo parzialmente. È una figura strategica, ma va formata”. 

Ben il 93% delle aziende intervistate è aperta alle visite nei weekend, il 58% solo su prenotazione, un valore positivo se confrontato con le statistiche riguardanti i flussi turistici le quali affermano che è il sabato il giorno più gettonato per visitare le cantine del Conegliano Valdobbiadene. Per quello che riguarda le prenotazioni, il 44% delle aziende intervistate ha affermato che è possibile prenotare nel proprio sito solo attraverso mail o telefonata, mentre il secondo metodo più utilizzato dalle cantine sono i form da compilare. “Si tratta – ha detto Piccoli – di metodologie che comportano uno sforzo da parte del personale dedicato, quindi sarebbe preferibile affidarsi ai Booking Engine, che garantiscono sistemi digitali automatizzati e una gestione più immediata dei flussi”. 

Nelle indagini condotte sul customer service, infine, ovvero la capacità delle aziende di interagire con l’enoturista sono emersi dei risultati molto positivi, con il 42% delle aziende che hanno risposto entro 2 ore dalla ricezione via mail della prenotazione ed il 22% entro 12 ore. “È una percentuale di risposta davvero buona – ha confermato Piccoli – che raramente si ritrova in altri territori. Tendenzialmente tutti in giornata hanno risposto, quindi è un dato assolutamente positivo”.

“L’enoturismo – ha concluso Piccoli – è tanto più efficace quando c’è una convergenza di informazioni. Più il territorio è un patrimonio condiviso, migliori saranno i risultati. Da questo punto di vista la coerenza comunicativa sui messaggi da dare, la chiarezza su alcuni elementi caratterizzanti, diventano elementi strategici per l’enoturismo del territorio”.