Digital: i nuovi trend social
Piccola guida al mondo social per le cantine del Conegliano Valdobbiadene, con i consigli di Rossana Omietti di Marketing Arena e Roberto Peraboni di Burson Italia

Il mondo del vino, ancorato a tradizioni secolari, sta vivendo una trasformazione digitale senza precedenti. I social media sono diventati non solo una vetrina, ma un vero e proprio canale di interazione con un pubblico sempre più vasto e diversificato. Per le cantine del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, comprendere e adottare i nuovi trend social è fondamentale per mantenere la propria rilevanza e rafforzare il legame con i consumatori, in particolare con le nuove generazioni.
L’autenticità al centro della narrazione
In un panorama digitale saturo di contenuti, l’autenticità emerge come il valore più ricercato. Non si tratta più solo di mostrare il prodotto, ma di raccontare la storia, la passione e il territorio che lo rendono unico.
Rossana Omietti, Head of Digital Experience di Marketing Arena, sottolinea come “raccontare territori, persone e storie vere è ciò che può realmente fare la differenza oggi. In questo senso, l’esperienza digitale gioca un ruolo centrale. È essenziale creare contenuti adatti a ciascuna piattaforma, che parlino la lingua di chi guarda“.
Questo approccio è particolarmente rilevante per la nostra Denominazione, che vanta un patrimonio paesaggistico e culturale riconosciuto anche dall’UNESCO.
Il potere del video marketing e dei contenuti brevi
Il video marketing continua a dominare il panorama social, evolvendosi verso formati sempre più coinvolgenti.
Roberto Peraboni, Head of Digital di Burson Italia, evidenzia come “il video marketing si sta orientando verso esperienze immersive e interattive, come live streaming di degustazioni con domande in tempo reale a enologi o sommelier, o tour virtuali di vigneti e cantine che permettono di ‘camminare’ tra i filari”.
I formati brevi, come TikTok e Instagram Reels, sono strumenti potenti per catturare l’attenzione e veicolare messaggi impattanti.
Omietti aggiunge che su Instagram funzionano particolarmente bene i “dietro le quinte in vigna o in cantina, incontri ravvicinati con i produttori e panoramiche aziendali, quiz interattivi, degustazioni a tu per tu con l’utente, contenuti educativi su terroir, metodi di vinificazione, differenze qualitative e abbinamenti dedicati ad ogni etichetta, racconti di vecchie annate ed etichette rare per far vivere l’esperienza già dal post”.
Coinvolgere le nuove generazioni: trasparenza e valori
Millennials e Gen Z rappresentano una fetta di mercato sempre più influente. Queste generazioni sono attente non solo alla qualità del prodotto, ma anche ai valori etici e alla sostenibilità delle aziende.
Peraboni spiega che “le generazioni Millennials e Gen Z sono scettiche verso la pubblicità tradizionale e online: cercano una narrazione diretta e autentica. Non desiderano la perfezione patinata, ma la realtà: vogliono vedere le persone dietro il brand, le sfide e le passioni. Il ‘dietro le quinte’ è fondamentale, purché sia genuino”.
La trasparenza, la sostenibilità e l’impatto sociale sono temi chiave. Omietti ribadisce l’importanza di un “linguaggio accessibile e inclusivo” e di “avere valori chiari: sostenibilità, autenticità ed etica”.
Per le cantine, questo significa valorizzare le pratiche sostenibili in vigna e in cantina, il legame con la cultura enogastronomica del territorio e la possibilità di offrire esperienze autentiche.
- Rossana Omietti
- Roberto Peraboni
Il territorio come fattore di differenziazione
Il territorio è un asset inestimabile per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. Le colline, riconosciute Patrimonio UNESCO, offrono una ricchezza visiva e narrativa unica. Peraboni sottolinea come “il terroir e la storia unica del luogo rappresentino un vero fattore di differenziazione”. Raccontare il paesaggio, le persone che lo abitano e lo lavorano, e le tradizioni che si tramandano, crea una connessione emotiva profonda con il consumatore.
Omietti evidenzia come “il paesaggio non è solo bello da vedere, ma è la chiave di lettura del vino: la morfologia eroica delle colline, le esposizioni, le variazioni altimetriche e la manualità della vendemmia sono elementi che possono trasformarsi in contenuti ad alto impatto emozionale”. Questo storytelling può stimolare il desiderio di vivere l’esperienza di persona, trasformando il marketing digitale in un motore per l’enoturismo.
L’intelligenza artificiale e il Data-Driven Marketing
L’intelligenza artificiale (AI) e il marketing basato sui dati stanno diventando strumenti indispensabili per personalizzare l’esperienza del consumatore. Peraboni ricorda come “l’intelligenza artificiale, tramite chatbot, può rispondere a domande frequenti, suggerire abbinamenti o guidare nella scelta del vino, offrendo un’esperienza quasi personalizzata”. Inoltre, l’analisi dei dati permette alle aziende di personalizzare i contenuti e le campagne pubblicitarie in base agli interessi e al comportamento degli utenti, ottimizzando l’efficacia delle strategie social.
Collaborazioni e community building
La collaborazione con content creator e micro-influencer, la cui raccomandazione è percepita come più autentica, è una strategia efficace per raggiungere nuovi pubblici. Su questo Omietti suggerisce TikTok come “un potente alleato per intercettare nuove generazioni e costruire collaborazioni con creator del mondo enogastronomico”.
Inoltre, la creazione di una community attiva e coinvolgente è fondamentale. “Bisogna creare relazioni, non solo vendite – conferma Omietti –. Eventi in cantina, momenti di convivialità nelle città, degustazioni in compagnia: tutto ciò che può permette ai più giovani di sentirsi parte di una realtà autentica e che possa aiutare a generare in loro il senso di appartenenza”.
Un futuro digitale
Il futuro del vino sui social media è intrinsecamente legato alla capacità delle cantine di raccontare la propria storia in modo autentico, coinvolgente e in linea con i valori delle nuove generazioni. Per le cantine del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, questo significa valorizzare il proprio territorio unico, le persone che lo animano e le pratiche sostenibili che lo preservano.
Come conclude Rossana Omietti, “il futuro del vino non è solo nel bicchiere, ma anche nello schermo. Chi saprà creare un legame emotivo tra bottiglia, territorio e pubblico – attraverso i social media – vincerà la sfida del tempo. La DOCG ha tutti gli strumenti: paesaggio, tradizione, qualità. Nella narrazione, ogni post, ogni video, ogni scatto dovrebbe essere una finestra aperta sulle colline dell’eccellenza”.