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Corso Potatura: quando la formazione è di qualità 

Il Consorzio punta sulla formazione per accrescere la qualità del prodotto: boom di iscrizioni ai corsi di potatura. Il parere del direttore Tomasi e il racconto di chi vi ha partecipato
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Ottanta partecipanti nell’ultima edizione, venti in più rispetto all’anno precedente. I corsi di potatura organizzati ormi da una decina d’anni con appountanmenti costanti dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG confermano il loro ruolo strategico nella formazione dei viticoltori dell’area.

“La potatura è l’operazione più intelligente nell’ambito dell’intero ciclo produttivo, tant’è vero che non può essere sostituita dalle macchine”, spiega il direttore del Consorzio Diego Tomasi. “È un’operazione che richiede particolare attenzione e cura, fondamentale per il miglioramento qualitativo del prodotto”.

Il percorso formativo si articola in tre momenti distinti: una sessione teorica in aula e due appuntamenti pratici in vigna. Durante le lezioni teoriche si affrontano temi cruciali come “il ciclo della vite e la delicatezza di questo sistema che si è sviluppato in seguito a milioni di anni di evoluzione”, sottolinea Tomasi. Grande attenzione viene dedicata anche alla prevenzione delle malattie, poiché “potature fatte in modo errato portano a maggiori problematiche fitosanitarie”. Le sessioni pratiche si svolgono in due momenti dell’anno: la prima dedicata alla potatura invernale, dove esperti consulenti mostrano le tecniche corrette di taglio, la seconda a fine aprile per perfezionare gli interventi in verde, con la rimozione di polloni e germogli superflui.

Il Consorzio ha alzato ulteriormente il livello coinvolgendo negli ultimi anni docenti universitari ed esperti di calibro nazionale provenienti dagli atenei di Milano e Padova, oltre a consulenti dal Friuli e dal Piemonte. Una scelta che ha dato i suoi frutti: “Questo ha creato un’aspettativa e un’attesa anche in base alla fama dei relatori”, evidenzia il direttore.

Tra i partecipanti, oltre agli operatori delle aziende più strutturate, si registra una significativa presenza di giovani che si avvicinano per la prima volta al settore. “Ci sono soprattutto giovani che hanno voglia di capire e di intraprendere quest’attività su una base di conoscenza scientifica, non solo su quanto appreso empiricamente”, conclude Tomasi.

L’iniziativa si inserisce nella più ampia strategia del Consorzio volta al miglioramento qualitativo della denominazione, affiancando alle attività di promozione e tutela anche la conservazione e il perfezionamento delle tecniche di lavoro in vigna.

Dal commercio alla vigna: la storia di Serena Antoniazzi e il ritorno alla terra

Nel cuore della zona del Prosecco DOCG, precisamente a Refrontolo, si sta consumando una piccola rivoluzione verde. Serena Antoniazzi, ex commerciale e ora viticoltrice a tempo pieno, rappresenta un esempio emblematico di come il territorio stia attraendo nuove energie e competenze.

Fino al 2020, Serena Antoniazzi gestiva i vigneti di famiglia – ereditati dal padre, scomparso nel 2008 – principalmente attraverso terzisti. La svolta è arrivata con la nascita del secondo figlio e la decisione di dedicarsi per il 70% del suo tempo all’attività vitivinicola. “Ho deciso proprio di riprendere in mano l’azienda e rifarla da capo”, racconta, spiegando come stia progressivamente rinnovando i suoi due ettari di vigneto, sostituendo le vecchie viti con nuove barbatelle.

È in questo contesto di rinnovamento che si inserisce la sua partecipazione al recente corso di potatura organizzato dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. “Ho molto apprezzato l’iniziativa perché vengo da un mondo completamente diverso”, spiega la viticoltrice. “Avevo bisogno di fare un po’ di punto e a capo, di pulizia, e vedere delle ottiche nuove”.

Tra i partecipanti, prevalentemente titolari di piccole aziende ma anche dipendenti di realtà più strutturate, emerge una consapevolezza condivisa, come sottolinea Antoniazzi: “È importante avere una formazione seria, soprattutto applicata a tutta la base. Anche a delle micro realtà come la nostra, che del resto sono molto numerose nel territorio e non vanno dimenticate”.

Il giudizio sull’iniziativa è decisamente positivo, ma con uno sguardo al futuro: “Sarebbe auspicabile che ci sia un intervento continuativo da parte del Consorzio”, conclude la viticoltrice, “una formazione che dovrebbe essere costante e ripetuta negli anni”.

L’esperienza della Serena Antoniazzi testimonia come il territorio del Prosecco Superiore DOCG stia evolvendo, combinando tradizione e innovazione, con un’attenzione particolare alla formazione continua dei suoi protagonisti.