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Conegliano Valdobbiadene: torna la fiducia

Dai dati del rapporto economico 2024 emerge il ritratto di una Denominazione che, pur in un contesto difficile, si mantiene stabile. E le anticipazioni del 2025 lo confermano
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La Denominazione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco esce ancora più forte da un 2024 complicato, con una strategia chiara e numeri che nel primo semestre del 2025 stanno confermando che la strada imboccata dal Consorzio e dalle aziende è quella vincente: puntare sulla qualità, sul territorio e sui mercati internazionali. 

Per analizzarne l’andamento abbiamo integrato i dati del Rapporto Flash 2024, presentato all’ultimo Vinitaly, con gli ultimi appena resi disponibili dal Consorzio.

Bilancio 2024: stabilità in un anno difficile

“Nell’annata 2024, pur nel contesto difficile che tutti conosciamo, la Denominazione ha tenuto e si è riportata su un livello produttivo che si è ormai normalizzato intorno ai 90-92 milioni di bottiglie”, spiega Diego Tomasi, direttore del Consorzio di Tutela.

Un equilibrio non casuale, conferma il professor Eugenio Pomarici dell’Università di Padova, responsabile scientifico del rapporto annuale di Distretto realizzato dal CIRVE sotto la direzione del professor Vasco Boatto. “Il volume delle vendite si attesta a un livello fisiologico, già raggiunto dal 2016 e superato in modo significativo solo nel 2020 e 2021 come conseguenza di circostanze di mercato molto particolari. La Denominazione è riuscita a stabilizzare la sua prestazione complessiva in termini di valori e volumi, attraversando un anno difficile per il mercato del vino”.

Export trainante: l’intuizione vincente

Una produzione stabile, ma con una differenza fondamentale. “Il 2024 si caratterizza per la crescita della quota di prodotto esportata, come conseguenza di una scelta strategica corretta”, analizza il professor Pomarici. “Il mercato internazionale ha mostrato un atteggiamento ancora positivo verso i vini italiani ed è risultato più idoneo, rispetto al mercato nazionale, a creare valore”.

I numeri lo confermano: la Denominazione è cresciuta in tutti i dieci mercati principali, ad eccezione della Svizzera. Ottimi risultati arrivano invece dalla Francia. “Abbiamo ricevuto le visite di due troupe televisive francesi che sono venute a conoscere la nostra realtà. E dal punto di vista dei consumi sono soprattutto i giovani francesi che stanno scoprendo il Conegliano Valdobbiadene, capendo che è un prodotto con un carattere distintivo diverso rispetto allo Champagne”, afferma il direttore Tomasi

Il mercato interno si trasforma

Sul fronte domestico, il 2024 ha portato cambiamenti significativi. Come evidenzia Pomarici: “La vendita diretta presenta una contrazione del volume ma un aumento dei valori unitari, in corrispondenza di una crescita del numero dei visitatori enoturistici, che hanno superato i numeri del 2019”.

Un fenomeno che Tomasi collega al patrimonio UNESCO: “Non sottovalutiamo il grande volano del riconoscimento UNESCO, con un aumento del 28% degli arrivi e del 21% delle presenze turistiche nel 2024 rispetto al 2019. Hanno un peso importante nel far conoscere a un pubblico sempre più vasto la nostra realtà produttiva”.

Nel posizionamento dell’offerta e le centrali d’acquisto rimangono al primo posto, confermando il loro ruolo per la grande distribuzione, mentre l’e-commerce si caratterizza per “l’aumento del prezzo medio, segnale di interesse del pubblico per acquisti mirati dei prodotti più pregiati”, come sottolinea il professor Pomarici.

2025: la conferma di una rinascita

Se il 2024 è stato l’anno della resistenza, il 2025 si preannuncia come quello della rinascita. “Contrariamente ad una comprensibile preoccupazione che tutti avevamo all’inizio dell’anno a causa dei dazi e dell’instabilità dei contesti geopolitici – racconta il direttore Tomasi – abbiamo avuto i primi mesi con aumenti veramente inattesi: +9% di vendite a volume a gennaio, +17% a febbraio, +53% a marzo e + 4% ad aprile”. Numeri che trovano conferma nell’analisi di Pomarici: “L’inizio del 2025 appare incoraggiante: il primo trimestre fa segnare +26% nelle certificazioni della denominazione”.

Le Rive: il futuro della qualità

Particolare attenzione merita la tipologia Rive, che nel 2025 segna un +39%. “I produttori hanno saggiamente utilizzato con parsimonia questa tipologia in un frangente di mercato difficile”, osserva il professor Pomarici. “Le scelte della Denominazione hanno conservato la reputazione delle Rive, che potrà essere un volano di sviluppo appena la congiuntura diventerà più favorevole”.

Il direttore Tomasi è della stessa opinione: “Le Rive sono la nostra espressione qualitativa più alta. È vero che costare un euro e mezzo in più le penalizza, ma quando si assaggia un Rive e si ricorda il suolo, il clima, il paesaggio, l’euro e mezzo non dovrebbe più essere l’elemento discriminante”.

Come conclude Pomarici nella sua valutazione: “La crescita dei prezzi medi rivela una crescente attenzione del pubblico per le referenze di maggiore pregio. Si tratta di un segnale importante che apre alla possibilità di operare per una crescita in valore che potrà trovare nella tipologia Rive lo strumento strategico principale”.

Il fattore umano: i giovani della Denominazione

“Il consumatore sta finalmente scoprendo il Conegliano Valdobbiadene”, conclude il direttore Tomasi. “In questi anni il Consorzio ha instancabilmente operato per raccontare il valore del territorio, l’unicità, la vocazione”. Risultati che si sommano ad un altro elemento decisivo, davvero non banale: “Le aziende si stanno rinnovando e sono sempre più gestite e coadiuvate dai giovani, figli o nipoti dei proprietari, con preparazione specifica nelle lingue estere, nel marketing e nel settore enologico. Sono, quelli che abbiamo riunito nel nostro progetto Young Club cui teniamo, particolarmente intraprendenti, preparati, con entusiasmo, molto seri”. E che infondono grande speranza e fiducia nel futuro della Denominazione.

CONSULTA IL RAPPORTO FLASH 2025

 

Riportiamo qui per un confronto anche il link al Rapporto Economico 2024