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Storie  

Conegliano, luogo di cinema

Sono veramente numerosi e per la maggior parte inediti i legami tra la città di Conegliano e la cinematografia. Scopriamoli insieme
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Di Paolo Colombo

Passeggiando per via Matteotti, a due passi dal centro di Conegliano, non si può non notare un insolito monumento: una donna distesa su uno spicchio di luna, appoggiato su una sfera che rappresenta il pianeta Saturno. L’iscrizione della targa recita: “Lux aeterna. A Georges Méliès”. È un omaggio al grande regista francese, considerato l’inventore del cinema e degli effetti speciali, preso da una scena del suo film più celebre “Le Voyage dans la Lune” (Viaggio nella Luna) del 1902 e voluto dal regista e imprenditore Giorgio Fabris, che dal 2001 al 2019 aveva gestito il Cinema Méliès che si trova proprio a fianco del monumento (oggi Cinergia) ed è oggi direttore artistico del Teatro Accademia di Conegliano. Il monumento a Méliès è il primo tassello di un percorso, curioso e inedito, alla scoperta dei molti legami, spesso poco noti e inconsueti, che la città di Conegliano ha con il mondo della settima arte. E che collega, come i fili di una ragnatela, tutti gli angoli della città. Come le Scuole “Federico Grava” di via Filzi. Nel lontano 1932 avevano un altro nome, “Ginnasio statale pareggiato”, e tra i quaranta alunni che frequentavano la prima classe ce n’era uno davvero speciale, che ogni mattina si alzava alle cinque per prendere il treno che, da Sacile, dove abitava con la famiglia, lo portava sino a Conegliano. Era Pier Paolo Pasolini, che frequentò le scuole solo per il primo trimestre, prima di trasferirsi a Cremona. Ma quel periodo rimane uno dei ricordi più belli della sua giovinezza, tanto da dedicargli anche un racconto, che scrisse molti anni dopo a 25 anni: “Viaggio col prete in uno scompartimento del treno Venezia-Udine”. Ancora oggi, negli archivi della scuola, è conservata la pagella originale di Pasolini: sette in italiano, storia, geografia, matematica e dieci in condotta. Unico neo la religione: soltanto sufficiente.

Facciamo un salto di trent’anni e arriviamo al 1966. Nelle sale italiane esce “Signore & Signori”, considerato il capo – lavoro di Pietro Germi, il film che meglio rappresenta il ritratto più vero e spietato dei vizi pruriginosi dei pettegolezzi e dei piccoli drammi della tipica provincia italiana.

Il film è ambientato principalmente a Treviso, città di origine dello sceneggiatore Luciano Vincenzoni, che proprio dalla sua vita nella città e dai racconti degli amici prese spunto per la scrittura del film. Ma il terzo episodio venne girato interamente nella Contrada Granda di Conegliano, tra il Teatro Accademia, l’Osteria alla Stella, la scalinata degli Alpini, piazza Cima e via XX Settembre.

Il motivo lo raccontò, qualche anno dopo, lo stesso Vincenzoni: “Le storie le abbiamo vissute di persona, io e i miei amici di Treviso. Quello che si finge impotente nel primo episodio sono io, Moschin era mio zio e quando girammo l’episodio della violenza sulla minorenne il processo doveva ancora passare in Cassazione. I miei amici, terrorizzati, venivano a trovarmi sul set per controllare la situazione e alcune scene le girammo a Conegliano per paura delle botte!”.

Un altro piccolo salto e arriviamo agli anni Settanta. Quelli della nascita del film di genere, come il poliziesco o il western all’italiana. Grande protagonista di entrambi era Clint Eastwood, ma pochi sanno che la sua voce italiana era di un coneglianese, Michelino Calamera, meglio conosciuto come Michele Kalamera (il cognome greco venne italianizzato durante il fascismo), nato nel 1939 da padre siciliano e madre veneto-tedesca e scomparso nel luglio del 2023, all’età di 84 anni. Noto in particolare come doppiatore, è stato anche attore di teatro, fondando nel 1963 insieme a Gigi Proietti, il teatro stabile dell’Aquila. “Sono stato scelto da Clint Eastwood in persona – ha raccontato Kalamera –, dopo che vide il mio provino per “Il texano dagli occhi di ghiaccio”, era il 1976, entusiasta disse che finalmente aveva trovato la sua voce italiana, e da allora non l’ho più lasciato”. Oltre a Eastwood, a cui ha dato la voce in tutti i film dal 1976, salvo una parentesi che va dal 1986 al 1990, Kalamera ha fatto parlare italiano anche altri grandi attori, come Steve Martin, Michael Caine, Robert Duvall, Donald Sutherland, Robert Redford, Cristopher Plummer, Burt Reynolds, Christopher Lee, Anthony Hopkins e molti altri. Per un totale di oltre 15 mila voci, tra protagonisti, coprotagonisti e personaggi chiave di cinema e tv.

E a proposito di cinema e tv, Conegliano ha anche il pregio di aver ospitato, dal 1979 al 2000, la celebre rassegna Antennacinema. Tenuta nel Teatro Accademia, grazie all’i – dea innovativa elaborata dai suoi fondatori – Michelangelo Dalto, Giorgio Gosetti e Carlo di Carlo – di analizzare il legame profondo, e all’epoca poco esplorato, tra il mondo del cinema e quello della televisione, Antennacinema portò Conegliano al centro delle cronache nazionali grazie ad un format di altissimo spessore, che vide protagonisti attori come Alberto Sordi, Stefania Sandrelli e Michele Placido, registi come Mario Monicelli, Nanny Loy ed Edgard Reitz e nomi celebri della tv come Pippo Baudo, Maurizio Costanzo e Renzo Arbore.

Chiudiamo con uno sguardo al presente, pensando anche al futuro. Lo sguardo è quello che ci da Cinemadamare , il più grande raduno internazionale gratuito di giovani filmmaker del mondo. Un vero e proprio campus di cinema itinerante e un centro di produzione rivolto a filmmaker, studenti e professionisti del settore. Che ogni anno vede oltre 300 giovani registi in erba lavorare fianco a fianco durante ogni fase della produzione di un film: ideazione degli script, location scouting, riprese e montaggio. Quest’anno la prima tappa del campus è stata proprio Conegliano, dove 50 ragazzi da 35 paesi hanno trascorso, tra giugno e luglio, dieci giorni dalla cui esperienza realizzeranno un cortometraggio di 15 minuti. “Magari proprio raccontando una storia popolare a tema vino, perché no”, confessa il direttore di Cinemadamare, Franco Rina. Insomma, magari il Christopher Nolan del futuro potrebbe nascere proprio da un calice di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

 

Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Autunno Inverno Speciale Biennale Cinema 2024. L’intero numero è disponibile qui.