Prosecco.it — Conegliano Valdobbiadene DOCG

Come difendersi dagli eccessi termici

Meccanismi protettivi e tecniche di mitigazione per ridurre i danni alla vite da temperature e luminosità elevate
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Di Alberto Palliotti e Lucia Giordano (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università di Perugia).

Temperature e intensità luminose elevate, insieme alla carenza idrica, sono i principali stress ambientali che compromettono la produttività e la qualità dei prodotti agricoli in gran parte del mondo. Complice il cambiamento climatico a livello globale, in Italia gli eccessi termici sono purtroppo in continuo aumento e, in sinergia con elevati irraggiamenti solari, alterano la stabilità delle membrane cellulari, favoriscono la denaturazione delle proteine enzimatiche e non, promuovono un metabolismo di tipo ossidativo e degradativo, cui seguono gravi alterazioni morfologiche, fisiologiche e biochimiche a carico dei tessuti sia delle foglie che degli acini. In particolare, tali condizioni causano clorosi e necrosi fogliari, come conseguenza di fenomeni di foto inibizione cronica, riduzioni dell’accrescimento degli acini ed eccessiva disidratazione con danni da scottature solari.

Numerose zone ad alta vocazione viticola stanno cominciando ad avere disponibilità termiche in eccesso rispetto ai reali fabbisogni dei vitigni coltivati. In questi casi risulta quindi di vitale importanza garantire un efficiente uso della risorsa idrica, non sempre adeguata alle necessità, e/o verificare l’opportunità di intervenire con l’irrigazione o con altre tecniche di adattamento/resilienza. La mancanza di interventi mirati ed efficaci rende sempre più frequenti decorsi della maturazione accelerati, perdita di colore e fenoli, disidratazioni spinte degli acini e scottature con sintesi di aromi sbilanciati verso i sentori specifici della sovra maturazione, oltre a cali significativi nelle rese produttive e aumenti nella concentrazione degli zuccheri responsabili di elevate alcolicità.

In numerosi comprensori vitivinicoli sempre più spesso gli stress estivi si presentano congiunti, cioè eccessi termici/radiativi e carenza idrica insieme; quest’ultima esercita un effetto sinergico riguardo ai fenomeni limitanti, precedentemente descritti. In tali situazioni si riducono le rese produttive, la qualità è totalmente compromessa e, inoltre, vi sono seri rischi di morte delle viti per disseccamento.

In presenza di un eccesso termico le foglie deviano il normale metabolismo e divengono maggiormente impegnate nell’attivare meccanismi di foto-protezione in grado di raffreddare i tessuti ed evitare le temute foto-inibizioni. Oltre ai meccanismi di tipo “preventivo”, che causano una riduzione dell’energia in entrata, quali ad esempio i movimenti delle foglie che assumono maggiore verticalità sfuggendo di conseguenza ai raggi solari diretti, quelli di tipo “protettivo”, in grado di dissipare direttamente l’energia assorbita in eccesso, sono molto più efficaci in condizioni di stress perduranti.

Diverse sono le tecniche utili a mitigare gli effetti negativi; sono tutte orientate a ridurre l’innalzamento della temperatura fogliare e dei fenomeni correlati.

Le riassumiamo di seguito:

  • Trattamenti fogliari con caolino: questa argilla bianca irrorata sulle chiome poco prima di eventi termici potenzialmente dannosi esercita una elevata capacità “sun-screen”, aumenta infatti la riflessione della luce, raffredda i tessuti sia delle foglie che degli acini, preserva l’integrità dei tessuti vegetali, e inoltre consente il pieno recupero delle attività fisiologiche e metaboliche dopo il passaggio dell’ondata di calore. Inoltre, protegge gli acini dalla disidratazione e contiene sia le perdite di produzione che la degradazione di acidi organici, antociani e precursori aromatici.
  • Uso di reti schermanti: l’applicazione di reti schermanti durante la maturazione, oltre a proteggere l’uva da eventuali grandinate, contiene il surriscaldamento dei grappoli e ne ritarda la maturazione; rallenta pertanto la capacità di accumulo di zuccheri e polifenoli e preserva il quadro acidico, soprattutto malico, essenziale in un’ottica di vinificazione per vini bianchi, frizzanti e spumanti. 
  • Irrigazione sovra-chioma refrigerante: nei periodi caratterizzati da caldo perdurante, quando cioè le temperature sia diurne che notturne sono particolarmente elevate e le escursioni termiche decisamente ridotte, il raffreddamento diurno della vegetazione al fine di evitare pericolosi surriscaldamenti di foglie e acini può essere ottenuto con una irrigazione sovra-chioma, con finalità di refrigerazione evaporativa, attraverso la somministrazione di acqua finemente nebulizzata con appositi spruzzatori. 
  • Complessazione della chioma: tutte le operazioni che durante la maturazione causano la riesposizione dei grappoli alla piena luce solare sono da evitare al fine di contenere gli inevitabili fenomeni di ipertermia. Tali cause possono derivare da interventi eseguiti in tempi e modi non corretti, come ad esempio eccessive scacchiature e/o sfemminellature nel tratto basale dei germogli oppure defogliazioni in prossimità dei grappoli. Si viene così a perdere l’effetto protettivo sui grappoli con inevitabili aumenti della temperatura. In tali condizioni si verificano perdite significative di acidità, soprattutto malica, antociani e alcuni profumi varietali, soprattutto terpeni. Inoltre, gli acini esposti alla radiazione solare diretta per svariate ore durante i mesi più caldi dell’estate vedono accrescere in modo rilevante il contenuto in flavonoli delle bucce, soprattutto nei vitigni a bacca bianca.

 

Articolo estratto da “in vigneto Conegliano Valdobbiadene” issue 01/2024, l’inserto tecnico semestrale redatto dall’Ufficio Tecnico del Consorzio di Tutela focalizzato sul vigneto e la sua gestione. Scarica qui il numero completo.