Approvato il regolamento sulle denominazioni di origine
Con la nuova riforma europea del sistema delle Indicazioni Geografiche, cresce di difesa dei prodotti certificati.
Più forza di azione per i Consorzi di Tutela, maggior protezione ai prodotti denominazione di origine, semplificazione per le richieste di modifica dei disciplinari, più trasparenza, con i Consorzi che su base volontaria potranno redarre un rapporto di sostenibilità che spieghi ciò che svolgono in termini di sostenibilità ambientale. Sono questi i principali traguardi raggiunti in seguito all’approvazione il 28 febbraio scorso da parte del Parlamento europeo. con una maggioranza di quasi il 90% (520 voti a favore, 19 contrari e 64 astenuti), del nuovo Regolamento sulle Indicazioni geografiche (Ig) per prodotti agroalimentari, vini e bevande spiritose. Cui ora manca solo il via libera del Consiglio Europeo, che potrebbe arrivare entro la fine marzo 2024, per entrare poi in vigore nella prima metà di aprile. Una riforma importante che, riguardo a Denominazione di Origine Protetta (Dop) o Indicazione Geografica Protetta (Igp), prevede anche lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp, come nell’ormai celebre caso del Prosek, il vino croato che evoca il Prosecco italiano.
“Abbiamo eliminato una volta per tutte – ha commentato l’onorevole Paolo De Castro, relatore del provvedimento in aula – quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre Ig, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o del Prosek made in Croazia, chiarendo come eventuali registrazioni di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp”. De Castro insiste intanto sul fatto che il nuovo regolamento farà evolvere “un sistema senza eguali nel mondo”, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico. Come? Rafforzando i Consorzi, veri motori per lo sviluppo di Dop e Igp, con maggiori e migliori responsabilità, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo ad indicazione geografica.