A passeggio con Zanzotto
Una passeggiata per Via dei Troi, ripercorrendo il percorso che era solito fare il poeta, alla scoperta delle affascinanti contrade di Pieve di Soligo
Di Giovanni Carraro
Pieve di Soligo è la “perla del Quartier del Piave” e grazie alla sua felice posizione baricentrica rispetto alla lunga dorsale delle colline della pedemontana trevigiana, rappresenta una delle porte di accesso per svariate escursioni a piedi o in bicicletta. Camminando lungo il Soligo ci si lascia trascinare dalla nostalgia dei tempi passati, conquistati dalla vecchia roggia di Borgo Stolfi e dalle storiche ville che ci parlano di una nobiltà discreta e attenta allo sviluppo del paese. Un fiume, il Soligo, ha necessariamente comportato la netta divisione della città nella parte destra “del Trevisan” e sinistra “del Contà”. Sono questi i luoghi che una semplice passeggiata ci porterà a conoscere, non distanti dal Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene raggiungibile grazie ad una breve variante.
L’ITINERARIO
La partenza della Via dei Troi è fissata presso il Ponte del Contenzioso in centro città, così chiamato perché nei secoli rappresentò il confine tra due differenti pievi divise dal fiume Soligo. Poco distante vi è il Duomo di Santa Maria Assunta, che custodisce una pala di Francesco Da Milano (sec. XVI), e il seicentesco Palazzo Morona con splendida corte interna e cappella privata. Raggiunta la riva destra del Soligo, all’angolo di Palazzo Balbi Valier Sammartini imbocchiamo via Borgo Stolfi, passando davanti alla vecchia roggia quindi oltrepassiamo nuovamente il fiume tramite una passerella che conduce al piccolo Parco del Donatore. Qui inizia il sentiero ciclopedonale che ci porterà lungo le mura del collegio Balbi Valier per poi entrare nel Parco del Soligo. Percorso a destra un breve tratto di via Aldo Moro, proseguiamo a sinistra su via Sant’Anna ritrovando la ciclopedonale che attraversa tratti di bosco e passaggi panoramici dove la visuale si apre verso il Colle di San Gallo e la dorsale prealpina.
In breve, giungiamo a Solighetto sulla Cal Sega che seguiamo a sinistra passando di fronte all’antico Maglio Pradella. Questo opificio, risalente al Seicento, è un magnifico esempio di archeologia industriale.
Tutto è come quattro secoli fa: tre ruote idrauliche mosse dalla roggia del Soligo azionano rispettivamente due potenti magli a stanga, un trapano, mole smerigliatrici, una cesoia e un soffiatore.
Il maglio ha prodotto attrezzi agricoli ininterrottamente fino al 1984. Proseguiamo a nord osservando sulla nostra destra il Monte Villa che qui chiamano “Montagna de Soighét” e, all’altezza dell’ex Molino Marin, facciamo una breve deviazione su via Roma e via Chiesuola, per poi riprendere la ciclopedonale che attraverserà via Lino Toffolin e la provinciale. Aggirata a nord la cantina Soligo, continuiamo sull’asta del fiume in vista del Ponte degli Artiglieri dove termina il nostro itinerario.
Una variante di questo itinerario è percorribile partendo dal Ponte degli Artiglieri, dove è possibile proseguire poi verso nord su via Croda per raggiungere il Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Tempo di percorrenza 10 minuti, distanza 0,8 km.
Foto di Giovanni Carraro.
ANDREA ZANZOTTO
Foto di Danilo De Marco.
Tra i personaggi di spicco di Pieve di Soligo, vi è Andrea Zanzotto (1921–2011). «È un poeta percussivo ma non rumoroso. Il suo metronomo è forse il batticuore», scriveva Montale in una recensione negli anni Sessanta, a testimoniare un linguaggio diretto, impenetrabile, a volte difficoltoso da comprendere, ma mai arrogante e al tempo stesso caldo e appassionato. Artista capace di adottare intricati latinismi, quanto di passare alla semplicità del dialetto veneto.
Ogni angolo di Pieve di Soligo ricorda il suo grande poeta che qui nacque nel 1921: la casa paterna in Cal Santa, la campagna, l’acqua, le colline, sono il centro di ispirazione per innumerevoli versi dove il paesaggio è tema prevalente. Zanzotto considera il Quartier del Piave una vera opera d’arte, per lui il fiume Soligo scorre in una “tenerissima valle”, è talmente innamorato della sua terra che i profondi cambiamenti causati dallo sviluppo economico saranno fonte di riflessione per molte sue poesie. Considerato dalla critica tra i più significativi poeti del Novecento, Andrea Zanzotto rimane per Pieve di Soligo il poeta delle Colline.
Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Primavera Estate 2024. L’intero numero è disponibile qui.