A casa Zanzotto
Visita alla casa paterna del grande poeta solighese Andrea Zanzotto: un luogo che intreccia memoria, identità e cultura
Di Paolo Colombo
Una casa-museo dedicata ad una delle figure più rappresentative del secondo Novecento, ma soprattutto un luogo di identità e di memoria. Termini cari ad Andrea Zanzotto, il grande poeta solighese (1921-2011) di cui l’anno scorso è ricorso il Centenario della nascita. Per l’occasione, la lunga serie di eventi e celebrazioni dedicate al poeta, innovatore, letterato coltissimo, uomo impegnato in significative battaglie civili, interprete acuto e critico del passaggio dal secondo al terzo millennio, è culminata lo scorso ottobre con l’inaugurazione della Casa paterna a Pieve di Soligo, in cui Zanzotto visse nella prima parte della sua vita.
Aperta da quest’anno, a partire da maggio, al pubblico, la Casa è un luogo che permette di ricostruire l’identità del poeta e delle sue relazioni con il paese natale, configurandosi insieme come luogo della memoria dell’intera comunità. Grazie al costante contributo e supporto della Regione del Veneto, dopo il restauro conservativo, la Casa consente una visita real-virtuale, grazie anche alle installazioni, ad iniziare dal Porticato e dal Giardino, create appositamente da Studio Azzurro.
Collocata a Pieve di Soligo presso la storica via Cal Santa, la Casa è un tipico esempio di architettura veneta della metà dell’Ottocento fatta costruire, probabilmente partendo da una costruzione precedente, dal padre di Andrea, Giovanni Zanzotto (1888-1960), di professione pittore e decoratore, appartenente ad una famiglia da lungo tempo radicata nel territorio solighese nei primi anni Venti. Si entra nella proprietà attraverso un sottoportico impreziosito proprio da un fregio del Trecento e dalla presenza di studi per affreschi del padre del poeta, e dopo aver percorso un piccolo giardino si arriva all’abitazione, incastonata in un borgo di altre case e sottoportici, e articolata su tre livelli.
La Casa è concepita come un luogo in cui preservare la memoria dei personaggi, della famiglia, del paese e del territorio in modo innovativo, ricorrendo a nuove modalità di narrazione per favorire una partecipazione sempre più attiva e diffusa. La Casa, luogo di oggetti e memorie tanto che ogni piano della Casa è stato riportato ad un preciso periodo storico, si trasforma nel corso del tempo sempre più in una Casa “che parla”, uno spazio dove gli stimoli multisensoriali diventano per il visitatore il collegamento tra la realtà e mondi virtuali. Ognuno quindi potrà rendere la propria visita un’esperienza unica, personalizzata, originale e immersiva. La casa è visitabile tutti i pomeriggi, su prenotazione, chiamando il 353 3615928 fino ad esaurimento posti.
[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Primavera Estate 2022. L’intero numero è disponibile qui]