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Alla scoperta del Brut nature

Il Superiore brut nature, grazie al suo basso grado zuccherino e ad un indice di rotondità eccellente, trova un suo ruolo perfetto in tavola e incontra i gusti del consumatore che cerca complessità e finezza.
Annusamneto in controluce

Un vino dall’anima antica e ben radicata nel territorio, ma con un occhio attento anche alle evoluzioni del gusto e alle tendenze di mercato. Uno degli aspetti fondamentali, che stanno alla base del grande successo del prosecco Superiore, al di là delle caratteristiche morfologiche e climatiche uniche delle colline offerte da madre natura, ideali per la coltivazione della vite, è anche il grande lavoro di innovazione in cantina di enologi per innalzarne la qualità ed offrire al consumatore le tipologie più adatte ad ogni genere di consumo. Che la più antica scuola enologica d’Italia, quella di Conegliano, che l’anno scorso ha festeggiato i 140 anni dalla sua fondazione, sia nata proprio qui, non è certo un caso.

La parola chiave del lavoro e dello sviluppo enologico del Superiore degli ultimi anni è stata “destagionalizzazione”. Il Superiore Docg, da vino di occasione o da aperitivo, ha saputo così trasformarsi in un vino “tout court”, adatto al consumo anche a tutto pasto. Un’evoluzione guidata dalle diverse tipologie principali che fanno parte della denominazione, che si differenziano una dall’altra rispetto al dosaggio zuccherino: il brut (con residuo zuccherino da 0 a 12 g/l), ideale su antipasti di pesce e verdure, come su primi piatti e in genere anche a tutto pasto, l’extra dry (da 12 a 17 g/l), ottimo come aperitivo ma anche su minestre di legumi e frutti di mare, paste con sughi delicati, formaggi e carni bianche, ed il dry (da 18 a 32 g/l.), la tipologia più dolce e adatta per abbinamenti particolari, con dolci a pasta secca o con cibi piccanti della cucina fusion.

Ad allargare il campo, e quindi offrire una maggior versatilità ed un uso più preciso negli abbinamenti, negli ultimi tempi  si è dato spazio a spumanti con residui zuccherini al di sotto dei 6 gr/l, o addirittura sotto i 3 (appunto, il brut nature). Proprio quest’ultimo è la novità e l’evoluzione più moderna del Superiore, un vino che è il risultato di un grande lavoro per mantenere tutte le caratteristiche di aromaticità, morbidezza, leggiadria e di sapori fruttati tipiche dell’area del Conegliano Valdobbiadene, ma che ha anche peculiarità proprie, in grado di soddisfare i palati più fini. E, soprattutto, garantisce una migliore opportunità di abbinamento, specie con antipasti di pesce crudo, crostacei come lo scampo o frutti di mare dal gusto non troppo forte (quindi, non le ostriche, ad esempio).

Il Superiore brut nature, grazie al suo basso grado zuccherino, è un vino particolare, quindi, quasi di nicchia, ma che grazie ad un indice di rotondità eccellente, ossia il grado di morbidezza dato dalla sua struttura, trova un suo ruolo perfetto in tavola e incontra i gusti di quel consumatore che cerca nello stesso tempo complessità e finezza. E allarga ulteriormente le scelte disponibili negli abbinamenti del Superiore, che si conferma come vino di grande qualità e cultura enologica.

[Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Visit Conegliano Valdobbiadene Autunno Inverno 2017. L’intero numero è disponibile qui]